Non si è trattato di omicidio. Sulla morte del campione di ciclismo Marco Pantani, avvenuta in una stanza d'albergo di Rimini il 14 febbraio 2004 in circostanze mai del tutto chiarite, si è espressa oggi la Corte di Cassazione, che ha respinto il ricorso presentato da Antonio De Rensis, avvocato della famiglia Pantani, sulla decisione del gip di archiviare l'indagine per omicidio perché ritenuta una "mera congettura fantasiosa".

Una decisione, quella della Cassazione, che mette la parola fine sul caso.

Il procuratore Paolo Giovagnoli, nel chiedere l'archiviazione del caso, aveva detto che le questioni sollevate "più che a indicare indagini supplettive utili a scoprire elementi di un delitto non indagato, tendevano essenzialmente a far dubitare della correttezza e adeguatezza delle indagini del 2004", oltre a "far ritenere falsi i suoi risultati, verosimilmente per cercare di cancellare l’immagine del campione depresso vittima della tossicodipendenza e dell’utilizzo di psicofarmaci, e accreditare l’immagine di una persona vittima incolpevole di violenze e complotti".

(Redazione Online/m.c.)

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