«Se i soccorsi fossero partiti tempestivamente, ovvero nel momento in cui la povera Patrizia ha fatto la prima telefonata al 112, oggi i ragazzi sarebbero vivi e a casa con i loro genitori».

È la durissima accusa lanciata in alcune interviste rilasciate questa mattina dall'avvocato Gaetano Laghi, legale della famiglia di Cristian Molnar, il 25enne disperso da venerdì scorso, dopo essere stato travolto dalle acque del Natisone. «Dopo aver fatto anche un sopralluogo nella località della tragedia, mi colpisce molto la sottovalutazione della situazione iniziale», ha incalzato il legale.

«Mi aspetterei, da chi è preposto a ricevere telefonate e richieste d'aiuto - ha proseguito - una preparazione tale che, avendo notizie di una persona che si trova in quel posto preciso, sappia come intervenire. Probabilmente sono stati quei primi momenti di sottovalutazione del pericolo che hanno poi determinato il fatto che i ragazzi non siano stati salvati in tempo. Conseguentemente bisognerà valutare il grado delle omissioni, perché il procuratore di Udine dice che si parla di omissioni e su questo siamo d'accordo. Purtroppo, però, è un'omissione, un ritardo che ha inciso sul soccorso. Posso ribadire che sono intimamente convinto di questa circostanza: se i soccorsi fossero partiti tempestivamente oggi i ragazzi sarebbero vivi».

Sul caso il procuratore capo Massimo Lia ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, proprio per verificare se i soccorsi siano stati tempestivi. Per il momento è stato accertato che sono quattro le telefonate fatte da Patrizia, l’ultima senza risposta.

Continuano intanto le ricerche di Cristian Molnar. Ora il bel tempo e l’acqua limpida potrebbero favorire il ritrovamento. Se le ricerche resteranno senza esito, domani sera al termine del decimo giorno saranno fatta delle valutazioni. Uno sforzo imponente, ogni giorno si sono mossi dagli ottanta ai cento soccorritori e amarezza è stata espressa per alcune affermazioni del fratello del disperso, Petru Radu, che in una delle poche interviste rilasciate ha definito la vasta operazione di salvataggio come «molto teatrale». L'esercito di soccorritori - dopo decine di ore al giorno trascorse in acqua – auspica che si sia trattato di una cattiva interpretazione delle parole pronunciate da parte dell'interprete. 

(Unioneonline/L)

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