Quello di David Rossi, responsabile della comunicazione del Monte dei Paschi di Siena, fu suicidio.

Tante le congetture e le ipotesi emerse sulla morte del dirigente della banca, precipitato dalla finestra del suo ufficio nel 2013. Alimentate da alcune inchieste della trasmissione “Le Iene” sui presunti festini a luci rosse e da un video in cui si vedono due uomini avvicinarsi al corpo di Rossi subito dopo il decesso.

Ma per gli inquirenti non ci sono dubbi, fu suicidio.

Lo ha confermato oggi il procuratore capo di Siena Salvatore Vitello, nel corso dell’audizione davanti alla commissione parlamentare d’inchiesta sul caso.

"Si possono fare tante ipotesi – ha detto -, ma il dato che emerge per quello che rileva sul piano probatorio è che dai sopralluoghi vi è la totale assenza di indizi violenti che si sarebbero trovati se Rossi avesse dovuto difendersi da un’aggressione, se avesse ingaggiato una lotta, se fosse scappato da qualcosa, trascinato con forza. Non vi è nessun dato che lo rileva”.

Tuttavia, ha aggiunto, “su alcune ferite trovate sul cadavere, quelle alle braccia e a un ginocchio, non abbiamo accertamenti scientifici che in qualche modo ci diano certezze, perché non sono stati fatti quando dovevano essere fatti". Le lesioni alle braccia e alle ginocchia, ha spiegato Vitello, non furono esaminate in sede di autopsia e pertanto, dopo la riapertura delle indagini, la seconda perizia ha "cercato di spiegarle con le evidenze che erano emerse nel corso dei sopralluoghi".

Dopo l'accoglimento dell'istanza di riapertura delle indagini sulla morte del dirigente, accoglimento avvenuto nel novembre 2015, fu dato seguito "a tutte le sollecitazioni investigative suggerite dalla famiglia", ha sottolineato il procuratore.

(Unioneonline/L)

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