Un team della Forza anticorruzione (Ace) del Pakistan ha arrestato due persone, un vice ispettore di polizia e un dipendente dell'Agenzia di Scienze forensi del Punjab, per aver chiesto e ricevuto una tangente con lo scopo di falsificare, senza riuscirci, il rapporto dell'autopsia sull'omicidio della italo-pachistana Sana Cheema.

Secondo quanto emerso dai risultati dell'esame autoptico, la 25enne - che per anni ha vissuto a Brescia - è stata strangolata.

Per il delitto sono finiti in carcere il padre e il fratello della giovane, che l'avrebbero uccisa dopo il suo rifiuto ad acconsentire a un matrimonio combinato dalla famiglia.

La vittima voleva invece sposarsi con un giovane con cui si era fidanzata in Italia.

L'omicidio è avvenuto in Pakistan, nel distretto di Gujrat, lo scorso 18 aprile.

Secondo quanto ricostruito dalle forze dell'ordine pakistane, dopo il delitto un uomo di nome Muhammad Naveed avrebbe avvicinato il vice ispettore di polizia proponendogli una somma di denaro per modificare il rapporto dell'autopsia di Sana e attribuire la sua morte "a cause naturali".

Quest'ultimo avrebbe a sua volta contattato un impiegato dell'Agenzia di Scienze forensi per chiedergli di mettere in atto il piano in cambio di una tangente da 600mila rupie (circa 4.500 euro).

Il documento però alla fine non è stato falsificato.

Per questo motivo Naveed avrebbe chiesto ai due di riavere indietro i soldi. Richiesta a cui i due si sono opposti.

L'uomo allora li ha denunciati alla polizia, che sta pensando di prendere misure anche nei suoi confronti.

(Unioneonline/F)

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