Morta asfissiata dopo aver assunto l'antibiotico che le aveva prescritto il dottore. Per questo, un medico

di famiglia di Castiglion Fiorentino (Arezzo), accusato di aver somministrato un farmaco poi risultato letale a una sua assistita, è finito a processo.

I fatti, riportati dal quotidiano "La Nazione", risalgono al 2018, ma la vicenda è approdata ora al tribunale di Arezzo dopo il rinvio a giudizio del professionista, deciso dal gip su richiesta del pubblico ministero.

Vittima è un'anziana residente a Castiglion Fiorentino, 76 anni, ammalata di broncopolmonite, che ha sviluppato una reazione allergica dovuta all'antibiotico che le era stato prescritto.

Mentre compilava la ricetta, secondo quanto gli viene contestato, il medico non si sarebbe ricordato di un'allergia della donna. Allergia che avrebbe causato il malore e quindi il tragico decesso. Una inevitabile fatalità? Per la procura e per i familiari, assistiti dall'avvocato di parte civile Andrea Paglicci Reattelli, non si tratta di ciò perché, stando alle risultanze delle indagini, l'anziana avrebbe mostrato già in precedenza una forma allergica nei confronti della molecola presente nell'antibiotico poi risultato fatale, un composto di derivazione della penicillina.

Secondo l'accusa, il dottore avrebbe dunque agito con negligenza non prendendo in considerazione questa circostanza: non si sa se per una dimenticanza durante la prescrizione del farmaco, o per il fatto che non fosse stata annotata nel database in uso ai medici di famiglia. Un errore che sarebbe costato la vita all'anziana.

La 76enne, una volta assunto il farmaco ha accusato un malore che l'ha condotta rapidamente al decesso, tanto che all'arrivo dei sanitari ormai non c'era più nulla da fare.

(Unioneonline/v.l.)
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