La relocation obbligatoria dei migranti richiedenti asilo dai Paesi d'approdo (Italia e Grecia) verso gli altri Paesi europei non funziona.

Lo dice la stessa Commissione Ue, che alla scadenza del piano di ricollocamento avviato il 25 settembre 2015, dà i numeri.

Che sono impietosi: sugli oltre 120mila ricollocamenti pianificati dalla Ue ne sono stati effettuati appena 29144, appena il 24% di quelli previsti.

I ricollocamenti dalla Grecia sono 20066, quelli dall'Italia appena 9078, tra di loro ci sono anche 770 minori e 32 minori non accompagnati.

Lo Stato che ne ha accolti di più è la Germania (3405), quindi Svizzera (829), Norvegia (816), Paesi Bassi (763), Finlandia (755) e Svezia (513). Chi ne ha accolti di meno è l'Austria, appena 15.

Stando ai dati del Viminale, fermi invece al 18 settembre, ci sono 1126 richieste in attesa di approvazione da parte di 17 Paesi e 1234 già approvate e in attesa che venga effettuato il trasferimento.

C'è poi un problema tutto interno alla Penisola e al Viminale. Almeno così la pensa la Commissione Ue, secondo cui in Italia nel 2017 sono giunti 7200 migranti potenzialmente ricollocabili, ma ne sono stati registrati solo 4mila.

Quello di ieri era l'ultimo giorno per rientrare nel programma: i richiedenti asilo che da oggi arriveranno in Italia non ne potranno più usufruire.

(Redazione Online/L)
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