Oggi alle 15.30 a Roma l’ultimo saluto a Michela Murgia, la scrittrice di Cabras morta due giorni fa a 51 anni. Il funerale nella chiesa degli Artisti: «Un incontro di tutti coloro che l'hanno letta, voluta bene, difesa, sostenuta. Una celebrazione della strada percorsa insieme», spiega l'amico Roberto Saviano. «Questo funerale non ha nulla di privato, per tutti è stato il suo scrivere, per tutti è stato il suo dire, per tutti il suo lottare e per tutti sarà questo saluto».

Fino all’ultimo giorno, infatti, Michela Murgia ha scritto e il suo libro, atteso a breve per Rizzoli, sarà dedicato alla genitorialità e alla famiglia.

«Era una donna che combatteva per difendere le sue idee, seppur notoriamente diverse dalle mie, e di questo ho grande rispetto», ha detto dei lei sui social la premier Giorgia Meloni. E parole di omaggio arrivano dai ministri Sangiuliano e Santanchè, mentre il vicepremier Salvini invoca «una preghiera».

Nel testamento, curato da Cathy La Torre, Murgia ha condensato la sua lotta politica perché ogni tipo di famiglia, anche quella che non prevede legami di sangue, possa avere un riconoscimento «di fronte alla legge e allo Stato», spiega l'avvocata. Quella famiglia queer, manifesto anti patriarcato, che la scrittrice ha creato attorno a sé in questi anni e con cui ha festeggiato, il 23 luglio, le nozze celebrate qualche giorno prima “in articulo mortis” con Lorenzo Terenzi. Tutti in bianco, gli anelli chevalier in resina con le rane, emblema del cambiamento, e la scritta God save the queer ricamata in perline rosse sull'abito disegnato per Michela da Maria Grazia Chiuri. «Non è una festa», aveva spiegato la scrittrice all'atto di sposare Terenzi, attore, regista, autore e musicista, conosciuto nel 2017 grazie a uno spettacolo teatrale. «Lo abbiamo fatto controvoglia: se avessimo avuto un altro modo per garantirci i diritti a vicenda non saremmo mai ricorsi a uno strumento così patriarcale e limitato. Niente auguri, quindi, perché il rito che avremmo voluto ancora non esiste. Ma esisterà e vogliamo contribuire a farlo nascere».

(Unioneonline/s.s.)

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