I carabinieri hanno sequestrato a Delianuova, nel Reggino, le carcasse di 235 ghiri tenute in sacchetti di plastica conservati in un congelatore da tre persone che sono state arrestate con l'accusa di cattura ed uccisione di animali di specie protetta.

I militari hanno anche trovato numerosi esemplari di ghiri vivi tenuti in gabbie.

I tre sono accusati anche di produzione di stupefacenti, sono ritenuti responsabili di una coltivazione di marijuana avviata su un terreno comunale, composta da 730 piante.

Da sempre il ghiro, specia protetta, è considerato il piatto principale delle tavolate tra esponenti della ‘ndrangheta. Chi la ‘ndrangheta la conosce sostiente che faccia parte del rituale arcaico, e che non ci sia pranzo, cena o incontro pacificatore in cui non si mangiano questi roditori.

I boss prendono le decisioni più importanti sempre davanti a un piatto di ghiro arrostito. In diverse intercettazioni è emerso che gli ‘ndranghtisti si raccomandano con gli organizzatori dei banchetti affinché a tavola non manchi mai il prelibato roditore.

In tanti violano la legge per procurarsi i ghiri, che si cacciano di notte, quando le attività venatorie non sono consentite. La Lipu di Reggio Calabria negli anni scorsi ha mandato numerosi esposti in cui segnalava centinaia di bracconieri che piazzavano trappole sugli alberi per catturare i ghiri.

(Unioneonline/L)

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