Sono quattro le persone finite in manette e 18 gli indagati in stato di libertà tra Lombardia, Lazio, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Campania e Marche.

L'accusa, quella di essere in possesso di "ingenti quantitativi di materiale pedopornografico".

L'inchiesta è stata avviata dalla polizia postale e delle comunicazioni per la Lombardia e coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano.

Stando a quanto si apprende, le indagini sono partite dalle segnalazioni della società canadese Kik Interactive, che gestisce l'omonima applicazione di messaggistica istantanea per smartphone.

A quel punto è intervenuta la postale che, filtrando ed elaborando oltre 15mila connessioni, ha identificato 22 cittadini italiani che, per restare anonimi online, si scambiavano il materiale illecito utilizzando caselle di posta elettronica con dati fittizi e accedevano a Internet attraverso reti wifi aperte o connessioni intestate a terzi.

Nel corso dell'operazione sono inoltre stati sequestrati 26 smartphone, 7 notebook, 18 hard disk, 4 pendrive usb e 4 tablet, per una capacità di memoria complessiva di oltre 10 terabyte, all'interno dei quali sono stati rinvenuti oltre 20mila immagini e video pedopornografici.

(Unioneonline/D)
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