Martina Carbonaro era agonizzante ed è morta dopo molti minuti di sofferenza dopo che l'ex fidanzato Alessio Tucci l'ha prima colpita tre volte con una pietra e poi l'ha nascosta sotto i detriti in un casolare diroccato di Afragola.

L'ordinanza del giudice del Tribunale di Napoli Nord, Stefania Amodeo, che ha disposto la custodia cautelare in carcere per il 19enne, conferma quanto era emerso dalle conclusioni della consulenza medica preliminare svolta sul corpo della 14enne. A dire la parola definitiva sugli ultimi momenti di vita della giovane di Afragola sarà dunque ora l'autopsia in programma martedì prossimo. Nel tratteggiare il profilo del giovane - si sottolinea nel provvedimento - emerge, secondo il giudice, «una allarmante personalità», «incapace di controllare i propri impulsi». La procuratrice di Napoli Nord, Anna Maria Lucchetta, nel corso di una conferenza stampa convocata ieri ad Aversa, aveva spiegato che Tucci avrebbe agito con «crudeltà». «Efferatezza», «tranquillità», «disinvoltura» sono alcuni dei termini utilizzati nell'ordinanza del gip che ha motivato il provvedimento di custodia cautelare in carcere con «un pericolo concreto di reiterazione di reati della stessa specie».

Tucci, dopo il delitto, avrebbe cancellato dal cellulare di Martina e dal suo le chat che si sono scambiati nelle ore precedenti al delitto. Ha lasciato poi il telefono della ragazza in un piccolo anfratto del locale diroccato ed è andato a casa. Ha buttato la maglia che indossava, ha chiesto alla mamma di lavargli i pantaloni, ha fatto la doccia, è uscito con gli amici. Successivamente, quando è scattato l'allarme per la scomparsa di Martina, ha partecipato con i genitori della quattordicenne alle sue ricerche tacendo «per paura», come ha detto subito dopo la convalida del fermo l'avvocato Mangazzo.

Secondo il legale nel comportamento del giovane «comunque non c'è stato accanimento. Martina ha rifiutato un abbraccio. Era di spalle e lui, in uno scatto d'ira, l'ha colpita, Ci sono stati questi tre colpi, prima uno e poi altri due e la ragazza poi ha perso i sensi quasi subito. Accanimento non c'è stato. Tucci ha dichiarato che la povera Martina non respirava più, ha sentito che non respirava più».

Nella strategia difensiva potrebbe eventualmente rientrare anche la richiesta di una perizia psichiatria ma, ha spiegato Mangazzo, «questa è una valutazione rispetto alla quale stiamo facendo una riflessione ulteriore». Così come resta in piedi l'ipotesi della richiesta di trasferimento in altro carcere. «Quello che mi ha raccontato - ha detto il legale dopo l'incontro che ha avuto con il suo assistito - è che non ha trovato un clima favorevole ed è stato spostato in un reparto più tranquillo. Ho rappresentato al giudice che questa casa circondariale a ridosso della città anche per i familiari che lo vengono a trovare non è un luogo sicuro».

(Unioneonline)

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