02 gennaio 2013 alle 18:42aggiornato il 02 gennaio 2013 alle 18:42
Mangiano salsicce crude di cinghiale Ventisei casi di trichinellosi in Toscana
Sono 26 i casi di trichinellosi riscontrati nelle ultime settimane in provincia di Lucca, patologia rara ma presente in Italia: in Toscana da circa 20 anni non erano stati segnalati pazienti colpiti.Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
E' quanto rende noto la Asl di Lucca spiegando che il focolaio epidemico è stato circoscritto rapidamente e che ha riguardato cacciatori e loro familiari, residenti nella zona della Valle del Serchio, colpiti dopo aver mangiato salsicce crude di cinghiale (regolarmente cacciato). Ora stanno tutti bene, "grazie alle cure immediate a cui sono stati sottoposti".
Gli accertamenti dell'Asl erano scattati dopo la segnalazione di disturbi quale febbre, dolori muscolari, manifestazioni cutanee. Gli esami hanno poi accertato che si trattava appunto di trichinellosi, o trichinosi, "malattia causata da un parassita, la Trichinella, che è un verme che può contaminare con le sue larve le carni di diversi animali. L'uomo - spiega appunto l'Asl - contrae l'infezione attraverso il consumo di carni animali contagiate e non cotte. Si tratta di una patologia rara ma presente in tutto il mondo e anche in Italia. Proprio per la sua rarità e per sintomi che possono risultare simili a quelli di altre patologie non è di facile riconoscimento. Gli ultimi casi in Italia risalgono al 2011 in Sardegna". "La macchina che si è messa in moto dopo la comparsa dei primi casi, subito riconosciuti dall'unità operativa di malattie infettive di Lucca - prosegue l'Asl -, ha permesso di circoscrivere il fenomeno e di effettuare tutte le necessarie operazioni legate alla prevenzione, grazie all'impegno degli operatori della veterinaria e dell'igiene degli alimenti. E' bene ricordare - conclude l'Asl - che è possibile evitare questa malattia tramite la cottura delle carni o con il congelamento a - 15 per 20 giorni o a - 30 per 6 giorni. In questa maniera vengono distrutte le larve e si impedisce l'insorgere della malattia".© Riproduzione riservata