"Salvatore Buzzi è inattendibile". Lo ha detto il procuratore aggiunto Paolo Ielo durante la requisitoria dei pm nel maxi processo di Mafia Capitale.

La prima persona di cui si parla nell'aula bunker di Rebibbia è l'imprenditore delle coop rosse, Salvatore Buzzi considerato - assieme all'ex Nar Massimo Carminati - il principale artefice della presunta organizzazione criminale al centro dell'indagine.

"L'imputato ha diritto alla menzogna - ha detto Ielo - e proprio per questo quando lo si valuta bisogna farlo con filtro critico. Si potrebbe dire che c'è un Buzzi 'uno', quello delle intercettazioni, cui segue un 'due', un 'tre', un 'quattro' delle varie dichiarazioni ...ormai ho perso il conto. Nel tempo ha dato ricostruzioni completamente diverse".

Ielo ha poi parlato dei rapporti tra Buzzi e Carminati, che "da dipendente della coop diventa associato in partecipazione, e tutto per nessun lavoro in cambio, pur dividendo gli utili al 50 per cento, spiega il magistrato".

"Buzzi - prosegue - inizialmente parla di investimenti di 500mila euro non provenienti da Eur spa, poi dice il contrario; per quanto riguarda le minacce a Riccardo Mancini (ex ad di Eur spa) prima afferma di esserne stato a conoscenza pur non essendo presente, poi le nega. Così come nega di aver pagato Franco Panzironi (ex ad di Ama) per poi ammettere di aver pagato, prima di arrivare alla storia delle richieste continue di denaro da parte sua".
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