"Sono il pregiudicato Massimo Carminati, accusato di tutte le nefandezze di questo mondo".

Per la prima volta dall'inizio del processo ribattezzato "Mafia Capitale", in cui è emersa l'esistenza a Roma di affari tra la criminalità organizzata e il mondo dell'imprenditoria, l'uomo chiave dell'inchiesta ha rotto il silenzio.

Carminati, in collegamento in videoconferenza dal carcere di Parma dove è rinchiuso da dicembre 2014, è stato interrogato davanti alla corte dell'aula bunker di Rebibbia, mai così piena negli scorsi 196 dibattimenti sulla stessa inchiesta.

"Questo processo l'ho fatto io", ha detto l'ex membro dei Nuclei armati rivoluzionari. Aggiungendo: "Senza di me sarebbe stata una cosa ridicola".

Ancora: "Io sono un vecchio fascista degli anni Settanta, contentissimo di quello che è", ha proseguito, cercando di sminuire la "leggende" su di lui. "Basta con questa storia del Nero di 'Romanzo criminale', mi hanno preso in giro per anni. Ma de che stamo a parlà? Non dico che sono una mammoletta, ma nemmeno Superman".

"MAI CONOSCIUTO ALEMANNO" - "Il mondo di sotto funziona molto meglio di quello di sopra ed è molto più semplice" ha detto Carminati nel corso dell'interrogatorio, puntando il dito contro il Comune di Roma.

Mondo di sotto e mondo di sopra, in riferimento alla mafia che dal "sottosuolo" fa affari con chi vive e opera alla luce del sole.

"Sono dei truffatori - ha detto poi dei funzionari coinvolti - perché ci hanno dato lavori sapendo già che non ci avrebbero pagato. Se avessi conosciuto il sindaco Alemanno, del quale non ho nessuna stima, sarei andato a buttargli giù la porta a calcio visto che non ci pagavano. Nel mondo di sotto la gente paga, in quello di sopra sono truffatori".

I RAPPORTI CON BUZZI - "Salvatore Buzzi è un grande imprenditore, gli voglio bene", ha detto Carminati sull'uomo considerato il "braccio economico" del malaffare.

"L'appalto per il campo nomadi", ha aggiunto parlando del suo coinvolgimento nelle cooperative dell'imprenditore, "è stata una delle cose più lecite che io abbia mai fatto. Semplicemente ho nascosto il fatto che quei soldi fossero miei".

"Non ero nell'organico", ha detto, "parlavo solo con Buzzi".

"NON SONO DEI SERVIZI SEGRETI" - "Mi ha difeso il ministro Minniti dall'accusa di essere nei servizi segreti o avere collusioni nelle forze dell'ordine", ha dichiarato ancora er Cecato. "Come meglio potrei smentire questa accusa? Per me è un'offesa essere tacciato di avere contatti o di essere nei servizi".

Alla domanda se avesse ricevuto soffiate dalle forze dell'ordine sull'indagine a suo carico in corso, ha negato: "Mi tocca difendere i poliziotti accusati di avermi dato informazioni. Io che difendo poliziotti...".

"Ho un occhio solo ma ci vedo bene", ha aggiunto, precisando di essersi accorto da solo di essere seguito.

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