«Sia pace in Ucraina e arrivi luce sulla Russia».

Nell’Urbi et Orbi pasquale di Papa Francesco non poteva mancare un appello, l’ennesimo, per la pace in Ucraina.

Circa centomila persone in piazza San Pietro per la benedizione Urbi et Orbi del Pontefice: piazza gremita, molte persone hanno affollato anche via della Conciliazione.

«Aiuta l'amato popolo ucraino - ha pregato Bergoglio - nel cammino verso la pace, ed effondi la luce pasquale sul popolo russo. Conforta i feriti e quanti hanno perso i propri cari a causa della guerra e fa' che i prigionieri possano tornare sani e salvi alle loro famiglie. Apri i cuori dell'intera comunità internazionale perché si adoperi a porre fine a questa guerra e a tutti i conflitti che insanguinano il mondo».

Un pensiero anche a quanto sta avvenendo in Terra Santa: «In questo giorno ti affidiamo, Signore, la città di Gerusalemme, prima testimone della tua risurrezione. Manifesto viva preoccupazione per gli attacchi di questi ultimi giorni che minacciano l'auspicato clima di fiducia e di rispetto reciproco, necessario per riprendere il dialogo tra Israeliani e Palestinesi, così che la pace regni nella Città Santa e in tutta la regione».

Ancora, i cristiani perseguitati e che non possono celebrare la Pasqua nelle terre in cui non è garantita la libertà di fede. Tra questi il Nicaragua, dove diversi vescovi sono in carcere ed è stato cacciato l’ambasciatore del Papa.

«Sostieni, Signore, le comunità cristiane che oggi celebrano la Pasqua in circostanze particolari, come in Nicaragua e in Eritrea e ricordati di tutti coloro a cui è impedito di professare liberamente e pubblicamente la propria fede. Dona conforto alle vittime del terrorismo internazionale, specialmente in Burkina Faso, Mali, Mozambico e Nigeria». Il Myanmar, che possa «percorrere vie di pace e illumina i cuori dei responsabili perché i martoriati Rohingya trovino giustizia».

Infine, un messaggio contro ogni discriminazione, per il rispetto della democrazia e dei diritti umani: «Conforta i rifugiati, i deportati, i prigionieri politici e i migranti, specialmente i più vulnerabili, nonché tutti coloro che soffrono la fame, la povertà e i nefasti effetti del narcotraffico, della tratta di persone e di ogni forma di schiavitù. Ispira, Signore, i responsabili delle nazioni, perché nessun uomo o donna sia discriminato e calpestato nella sua dignità; perché nel pieno rispetto dei diritti umani e della democrazia si risanino queste piaghe sociali, si cerchi sempre e solo il bene comune dei cittadini, si garantisca la sicurezza e le condizioni necessarie per il dialogo e la convivenza pacifica».

Papa Francesco, insomma, ha attraversato quasi tutti i Paesi in cui si soffre per la guerra, la povertà, la fame, le devastazioni e le discriminazioni.

(Unioneonline/L)

© Riproduzione riservata