I no vax e i no Green pass non vuole proprio difenderli. Non tanto per una questione personale, ma giuridica: “Faccio l'avvocato da vent'anni, cause perse non ne ho mai seguite e non intendo farlo ora".

Lui è Stefano Giampietro, ha 52 anni e fa l’avvocato giuslavorista a Trento. Di recente ha avuto due gruppi di clienti (o meglio, aspiranti tali) molto particolari: i rappresentanti di lavoratori della scuola e quelli della sanità. Due tra le categorie che obbligatoriamente devono sottoporsi al vaccino. 

Loro però l’iniezione non vogliono farla e hanno intenzione di arrivare in tribunale per portare avanti le loro ragioni e non essere sospesi dal lavoro. Per questo hanno chiesto l’aiuto di Giampietro. Che però non intende sostenere le loro tesi davanti a un giudice: "Questione di coscienza - spiega il legale - si tratta di due gruppi spontanei, auto-organizzati e non legati ad alcuna sigla sindacale. Ma a spingermi a rifiutare l'incarico sono le ragioni che li muovono, prive di qualsiasi fondamento giuridico o scientifico. Faccio l'avvocato da vent'anni, cause perse non ne ho mai seguite e non intendo farlo ora".

Finora sono decine le sentenze dei Tar in Italia che hanno respinto le istanze dei no vax. Non solo in Italia: anche una sentenza della Corte europea ha rigettato il ricorso presentato da alcuni genitori della Repubblica Ceca, convinti che la legge che vieta l'ingresso alle scuole dell'infanzia ai bambini non vaccinati sia illegittima.

Secondo il legale l'obbligo di Green pass non viola l'articolo 32 della Costituzione, come affermano invece i no vax: "Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge". "Nel primo comma dello stesso articolo si cita la tutela della salute come 'fondamentale diritto dell'uomo e interesse della collettività' - argomenta l'avvocato - Direi che c'è un interesse collettivo che prevale su quello del singolo".

(Unioneonline/D)

© Riproduzione riservata