Ha iniziato a manifestare i sintomi del Covid dopo essere rientrato da una vacanza in Thailandia, ma ha continuato a lavorare sei giorni nel reparto di Otorinolaringoiatria dell'ospedale di Belluno, di cui è primario.

Poi, sottoposto al tampone, è risultato positivo.

Così un medico di 61 anni avrebbe dato vita al primo focolaio del virus nella zona. Roberto Bianchini ora è indagato dalla Procura di Belluno per epidemia colposa aggravata.

La vicenda risale agli inizi della pandemia, verso la fine di febbraio. Bianchini, riferiscono i quotidiani locali, era rientrato in ospedale dopo un viaggio in Thailandia dal 14 al 24 febbraio. Pur tornando da un'area a rischio, non si è messo in isolamento ma ha ripreso il suo lavoro visitando naso e gola a decine di pazienti.

Nel nosocomio si riscontrò poi un focolaio con 4 contagi diretti e furono eseguiti un centinaio di tamponi.

Bianchni rimase in corsia fino al 3 marzo, quando i sintomi del Covid divennero chiari, si sottopose a tampone e risultò positivo. "Non avevo avuto contatti diretti con i thailandesi, per questo ero stato dichiarato idoneo al lavoro", si è difeso.

Assieme a lui sono indagati per falso altri 4 medici dello stesso ospedale, che avrebbero coperto le negligenze del collega.

(Unioneonline/L)
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