Romina Vento è morta annegata dal compagno nel fiume Adda. 

Lo ha confermato l’autopsia sul corpo della donna di 44 anni, uccisa da Carlo Fumagalli una settimana fa a Fara Gera d'Adda, in provincia di Bergamo, dopo una lite sulla fine della loro relazione
L'esame è stato eseguito ieri all'obitorio dell'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo dal medico legale dell'Università di Pavia Luca Tajana, che si è riservato di depositare gli esiti fra 60 giorni, ma è già certo che la vittima è morta per annegamento e che non sono emerse ulteriori lesioni.

Fumagalli stesso aveva confessato di averla affogata al culmine di una lite mentre i due viaggiavano sulla loro Renault Megane bianca, guidata dall'uomo che lavora come operaio alla Visconti di Modrone di Vaprio d'Adda (Milano).

LA RICOSTRUZIONEMartedì 19 aprile alle 21,30 Fumagalli si era presentato davanti al Pastificio Annoni di Fara d'Adda, dove la compagna lavorava da anni, per accompagnarla a casa. Con lei è uscito anche un collega, cui Carlo ha dato un passaggio fino a casa, com'era già capitato. Il testimone ha spiegato agli inquirenti di non aver notato nulla di strano.

Tutto sarebbe accaduto dopo. Tra i due è scoppiata una tremenda lite, perché la donna aveva detto che avrebbe voluto lasciarlo. “Davvero mi vuoi lasciare?”, “Sì”, sarebbero state le ultime frasi che si sono scambiati in auto prima che il 49enne si gettasse in macchina nel fiume insieme alla compagna.

Nell’impatto però non è morto nessuno nei due, anche perché l’acqua era bassa. La donna a quel punto ha aperto la portiera e si è messa a gridare, con le urla che sono state sentite anche da alcuni ragazzi che si allenavano in un vicino campetto di calcio. E' a quel punto che il compagno - come emerso dall'interrogatorio e ora anche dall'autopsia - le ha tenuto la testa sott'acqua, annegandola. Poi è scappato a nuoto, uscendo dal fiume sulla sponda milanese dov'è stato rintracciato, in stato confusionale, tre ore più tardi.

Nella notte seguente davanti ai carabinieri e al pm è crollato e ha confessato il delitto. Ricoverato in Psichiatria per aver minacciato il suicidio, il gip che ha convalidato il suo arresto ne ha disposto la custodia in carcere in attesa del processo.

La coppia aveva due figli di 10 e 15 anni, ora affidati alla nonna materna. Lui, incensurato, è anche padre di un terzo figlio avuto 29 anni fa da una prima relazione.

(Unioneonline/D)

© Riproduzione riservata