«Da ministro della Difesa ho fatto 3 o 4 sfilate del 2 giugno. Mi ha stupito l'ignoranza questa volta, la trovo inescusabile».

Così il presidente del Senato, Ignazio La Russa, a “L'Aria che tira” su La7 affronta le polemiche nate nel corso della sfilata militare a Roma in occasione della Festa della Repubblica in seguito al passaggio degli incursori del Comsubin della Marina aperto da un militare con un braccio teso portato poi alla fronte, che – come sostenuto da Michela Murgia, in un post diventato presto virale – sarebbe stato una sorta di omaggio al fascismo.

 Di diverso avviso La Russa, che nel corso della parata ha mostrato le dita a V in segno di vittoria, secondo cui, «da sempre i militari, non solo i Comsubin, salutano in quel modo».

«Il segno della vittoria – ha spiegato poi il presidente del Senato - non lo faccio solo per loro. Devo stare attento a non salutare così. Un deputato mi ha detto che l'ho fatto anche quando è passata la Brigata Sassari».

E ancora: «Io non posso salutare nemmeno con la mano aperta perché qualche trasmissione, una volta che salutavo mio nipote, poi mi ha accusato con un fermoimmagine. Da allora, ho deciso di salutare sempre con due dita, il segno di vittoria di Churchill».

«Io non voglio polemizzare con la Murgia – chiude La Russa – per la sua condizione attuale», ma «è una cosa veramente triste. La Murgia ha un problema serio di tradurre tutto in visione antifascista, ma nessuno avrebbe detto niente se lei non avesse questa impostazione, chiamiamola culturale».

Dal canto proprio, dopo lo scoppio della polemica, la scrittrice sarda aveva spiegato, sui social: «Io sono un'antimilitarista, ma non vuol dire che odio i militari. Vuol dire che sono cittadina di uno Stato che nella sua Costituzione ripudia esplicitamente la guerra. C'è scritto lì. Tutti dovrebbero essere antimilitaristi. Trovo privo di logica celebrare la nascita di una democrazia facendo mostra dell'apparato bellico, perchè è la stessa cosa che fanno le dittature».

(Unioneonline/l.f.)

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