La perizia su Liliana Resinovich: «È stata uccisa, soffocata da terzi»
Il procuratore: «Va rivalutato l’intero procedimento»Liliana Resinovich (Ansa)
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II «minuzioso lavoro» svolto dai periti «impone una profonda rivalutazione dell'intero procedimento, forse con eventuali nuovi accertamenti e acquisizioni», il cui oggetto «non può, ovviamente, venire reso pubblico».
Lo scrive in una breve nota il Procuratore facente funzioni di Trieste, Federico Frezza, riferendosi al deposito della perizia svolta dai consulenti Cristina Cattaneo, Vanin, Leone e Tambuzzi sul corpo di Liliana Resinovich. Frezza ricorda anche che il pm, assegnatario del procedimento sulla morte di Liliana Resinovich, non è più in servizio in Procura e di aver già assegnato il procedimento a un altro pm, «che è già al lavoro sul fascicolo».
La donna di 63 anni, scomparsa a Trieste il 14 dicembre 2021 e il cui cadavere fu trovato il successivo 5 gennaio nel boschetto dell’ex ospedale psichiatrico, sarebbe stata soffocata secondo i periti. Aveva la testa in due sacchetti trasparenti di tipo alimentare fissati al collo con un cordino e il corpo in due grandi sacchi neri, di quelli utilizzati per la raccolta dei rifiuti solidi urbani, uno infilato dall'alto e dal basso l'altro.
L'ipotesi è una indiscrezione trapelata nell'attesa di leggere la perizia medico-legale sulle spoglie riesumate di Liliana, depositata due giorni fa in Procura a Trieste.
Non è una ipotesi del tutto nuova: la tesi del suicidio sostenuta dalla Procura da sempre aveva suscitato forti dubbi. Non aveva nemmeno convinto il Gip del Tribunale, Luigi Dainotti, che l'aveva praticamente smontata. Il Gip aveva individuato in oltre venti i punti da approfondire. A cominciare dal reato cui intestare il fascicolo fino alla riesumazione delle spoglie dal cimitero di Sant'Anna dove erano state seppellite (riesumazione avvenuta il 13 febbraio 2024).
Della tesi del soffocamento causato da terzi aveva parlato già pochi giorni fa la trasmissione televisiva Quarto grado e successivamente anche l'amico di Liliana, Claudio Sterpin, il quale da sempre sostiene che Liliana era decisa ad andare a vivere con lui. Nel corso di un intervento a un'altra trasmissione Sterpin si era spinto fino a scendere nei particolari: «Lilly è stata pestata prima da qualcuno, poi soffocata probabilmente con un cuscino, bisogna capire da chi».
Un cuscino che, secondo l'uomo, sarebbe stato nell'abitazione che Liliana condivideva con il marito, Sebastiano Visintin, e successivamente sarebbe scomparso. Si tratta tuttavia di indiscrezioni.
La perizia dovrebbe stabilire orientativamente la data della morte di Liliana (la prima relazione medico legale indicò che la morte era avvenuta 48-60 ore prima che il corpo di Liliana venisse rinvenuto nel boschetto) e la natura dei segni e delle lesioni riscontrate sul corpo. Infatti più volte si è parlato di varie piccole lesioni che erano state riscontrate sul corpo di Liliana - al volto, ad esempio - e che non erano mai state valutate con l'oculatezza necessaria. Secondo quanto trapela, in particolare, potrebbe trovare conferma una indiscrezione - anche questa circolata nei giorni scorsi - secondo cui sarebbe emersa una lieve frattura alla lamina della seconda vertebra toracica.
(Unioneonline)