La madre di Noemi Durini: «L’assassino di mia figlia a spasso per Cagliari, uno squarcio al cuore. Mi è crollato il mondo addosso»
Imma Rizzo: «Non sapevo nulla, ero convinta che fosse in carcere. Quando ho letto la notizia ho avuto un calo di pressione»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Sapere che l’assassino di mia figlia sia libero di andare in giro grazie a un permesso premio è un nuovo squarcio al cuore».
A parlare è Imma Rizzo: la madre di Noemi Durini racconta al Corriere la sensazione che ha avuto nell’apprendere che Lucio Marzo, ex fidanzato e reo confesso dell’omicidio della figlia 16enne, la sera del 10 agosto ha bruciato l’alt della Stradale a Cagliari ed è stato fermato dopo un inseguimento. Era alla guida ubriaco e stava violando la prescrizione del giudice, che gli vietava di guidare veicoli a motore.
Il 24enne era in permesso premio per lavorare in un negozio di Sarroch. Condannato in via definitiva a 18 anni e 8 mesi per omicidio volontario aggravato da crudeltà, premeditazione e futili motivi, sta scontando la pena nell’istituto minorile di Quartucciu. Nel settembre 2017 a Castrignano del Capo (Lecce) uccise Noemi colpendola con pietre e coltellate, per poi seppellirla ancora viva.
«Ero tranquilla che fosse in carcere, e invece se ne andava in giro in auto. Non è possibile che chi commette un reato così grave dopo neanche sei anni vada a spasso, noi persone per bene non possiamo circondarci di queste fecce umane», commenta Imma Rizzo.
Ha appreso che Lucio fosse in permesso premio leggendo un articolo, non sapeva nulla: «Nessuno di noi era al corrente, sono rimasta basita e ho avuto un calo di pressione, mi è crollato il mondo addosso. Ho letto e riletto l’articolo, non potevo credere che fosse davvero lui».
«Chi toglie la vita – continua – deve rimanere in carcere, non deve avere seconde possibilità, mia figlia non ne ha avute. Non possono esserci premi per chi uccide. E poi vorrei sapere chi ha certificato che non è più un soggetto pericoloso». L’episodio dell’altra sera, conclude la donna, «ha dimostrato che in 6 anni non è riuscito ancora a capire la gravità di quel che ha fatto a Noemi».
(Unioneonline/L)