"Potrei stare tutto il giorno a piangere e ammetto che ci sono i momenti in cui il pianto e lo sconforto riescono a prendere il sopravvento. Ma poi arrivo sempre alla stessa conclusione: sono sopravvissuta, sono qui e tanto vale cercare di vivere al massimo, senza lasciare niente di intentato".

Per quanto Valeria Masala non voglia sentirsi definire una "super donna", è capace di trasmettere una grande forza e un'incredibile voglia di vivere e la sua storia merita davvero di essere raccontata.

Valeria, 53 anni, figlia di emigrati sardi originari di Muravera e Carbonia e oggi residente a Terni, qualche mese fa ha scoperto che il destino, che già in passato le aveva destinato una buona dose di sofferenza, aveva deciso di metterla alla prova nel modo più duro. Talmente duro che, per lunghissime giornate, la sua famiglia ha rischiato di perderla per sempre. "Sì, - ammette - questa volta la botta è stata bella forte".

Tutto è iniziato il 30 luglio scorso. Lei viaggiava a bordo di una moto insieme al suo compagno Paolo quando, lungo la statale 77 per Foligno, uno schianto terribile ha interrotto quella che, fino a quel momento, era stata un'estate spensierata. Il suo compagno è morto sul colpo, lei è stata ricoverata in gravissime condizioni all'ospedale di Foligno. I medici hanno fatto di tutto per tenerla in vita, ma è stato impossibile salvarle il braccio sinistro e la gamba sinistra. Per giorni i suoi due figli, Giulia e Daniele, i familiari e i tanti amici, sono stati al suo capezzale mentre lei, inconsapevole del dramma di cui era suo malgrado protagonista, lottava come una leonessa. E quando i medici hanno detto che si poteva iniziare a sperare, i figli hanno capito che occorreva iniziare a rimboccarsi le maniche. Perché quella di Valeria è una famiglia semplice a da sola mai avrebbe potuto affrontare le spese che questa nuova condizione avrebbe comportato.

Valeria Masala durante un incontro con amici impegnati nella raccolta fondi a lei dedicata (foto Fb)
Valeria Masala durante un incontro con amici impegnati nella raccolta fondi a lei dedicata (foto Fb)
Valeria Masala durante un incontro con amici impegnati nella raccolta fondi a lei dedicata (foto Fb)

Prima dell'incidente Valeria lavorava come commessa in un centro commerciale, sua figlia Giulia ha tutt'ora un piccolo lavoro a tempo e il figlio più piccolo quest'anno frequenta l'ultimo anno delle superiori. Impossibile lasciarli soli, questo lo hanno capito in tanti. Per aiutarli a Terni è scattata un'immensa gara di solidarietà che i parenti e gli amici di Carbonia e Muravera hanno rilanciato in Sardegna. La risposta non si è fatta attendere e la raccolta fondi è ancora in corso. Decine di persone hanno preso a cuore la storia di Valeria e quell'immensa mole di amore che ha sollevato le è stata probabilmente d'aiuto: "In quel momento non potevo saperlo, ma ancora ora mi emoziona sapere che tante persone che nemmeno mi conoscono abbiano deciso di dedicarmi un pensiero e un aiuto economico che per me, una volta dichiarata fuori pericolo, è stato preziosissimo". Sì, perché dopo settimane di angoscia, Valeria ha finalmente riaperto gli occhi. "Non è stato facile, non lo è nemmeno ora, affrontare il dolore per la grande perdita dell'uomo che amavo - ammette - ed è stato terribile rendermi conto della menomazione che avevo subito. Ma non avevo scelta: ero viva, dovevo combattere".

Valeria Masala in una pausa dalla fisioterapia (foto Fb)
Valeria Masala in una pausa dalla fisioterapia (foto Fb)
Valeria Masala in una pausa dalla fisioterapia (foto Fb)

È stato allora che ha scoperto in sé la grande forza di cui, sino a quel momento, lei stessa ignorava l'esistenza : "Chiariamo, non sono mai stata una persona che si butta giù e si piange addosso - precisa - ma, come si suol dire, ero convinta, in virtù del dolore di cui nella mia vita avevo già sofferto, di "avere già dato. Ma evidentemente mi sbagliavo". Dunque via le lacrime e spazio alla rinascita che per Valeria significa, prima di tutto, provare a essere autosufficiente: "So che sarà un percorso lungo e che dovrò imparare a muovermi e a vivere la quotidianità con l'ausilio delle protesi. Grazie al Comune di Terni avrò una casa a misura della mia nuova condizione fisica e spero di entrarci al più presto. Ho messo in vendita i vecchi mobili non più adatti alle mie possibilità di movimento e dovrò ricomprare tutto - racconta - insomma, ho tutta l'intenzione di non lasciare niente di intentato. Compresi i sogni". Uno in particolare: "Ritornare a praticare il trekking. È la mia passione da sempre - spiega - e anche se non potrò praticarlo in solitaria non voglio rinunciarci. Su Facebook è nata una pagina pubblica dedicata ad aiutarla a realizzare questo grande sogno (si intitola "Torna a fare trekking, Valeria", e ci sono tutte le indicazioni sulla raccolta fondi) e il fatto che, solo tre mesi dopo l'incidente, abbia iniziato a muovere i primi passi con l'ausilio di una protesi mostra che il sogno non è poi così impossibile da realizzare: il 2020 che sta per aprirsi sarà per lei un anno di grandi sfide. "Sono comunque realista e so che non sarà facile e che i momenti neri non mancheranno - conclude - ma come continuo a ripetere, devo andare avanti. Lo devo ai miei figli, a Paolo, alle persone che mi sostengono e, soprattutto, lo devo a me stessa".

Valeria Masala in una foto scattata la scorsa estate prima dell'incidente (foto Fb)
Valeria Masala in una foto scattata la scorsa estate prima dell'incidente (foto Fb)
Valeria Masala in una foto scattata la scorsa estate prima dell'incidente (foto Fb)
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