"Ho parlato subito dopo con Davide. Ha detto che era un passaggio che si aspettava per porre la parola fine. Io me lo aspettavo, sono soddisfatto sotto il profilo professionale perché chiaramente è una vicenda che ho seguito per tanto tempo ed ero convinto che comunque l’epilogo sarebbe stato questo".

A parlare poco dopo la sentenza è il legale Daniele Scrofani, legale di Davide Stival, marito di Veronica Panarello e padre del piccolo Loris.

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 30 anni di carcere - come già stabilito nei due precedenti gradi di giudizio - per la Panarello, 31enne, che il 29 novembre del 2014 ha ucciso il figlio Loris Andrea Stival, strangolandolo con delle fascette in plastica. La donna ha trasportato il corpo senza vita del figlio a bordo della propria autovettura e infine lo ha gettato da un’altezza di 2 metri e mezzo in un canale di scolo delle acque a Santa Croce Camerina, in contrada Grotte-Mulino Vecchio, cagionandogli una frattura al cranio.

Sono trascorsi cinque anni da quel terribile delitto, le sentenze hanno stabilito la colpevolezza di Veronica Panarello, e Santa Croce Camerina sta cercando lentamente di riprendere la vita di tutti i giorni. La morte del piccolo Loris, però, ha lasciato un segno indelebile nel cuore degli abitanti per l’efferatezza con cui è stato compiuto il delitto. Uno squarcio sulla quotidianità del piccolo comune del Ragusano, che improvvisamente è stato catapultato in un circolo mediatico senza precedenti. Nelle piazze, sorseggiando un caffè al bar o chiacchierando tra amici, gli abitanti di Santa Croce Camerina continuano a porsi molti interrogativi dopo cinque anni dal delitto.

"È difficile accettare che una madre possa aver ucciso il proprio bambino, dopo averlo concepito e portato in grembo con tanto orgoglio e fatica per nove mesi e per il quale ha lottato contro tutto e tutti. È difficile accettare che una ragazza esile e minuta come Veronica Panarello, sempre determinata nelle proprie scelte sin da ragazzina, con la voglia di avere un figlio, la convivenza, il matrimonio, pronta al riscatto sociale, possa aver distrutto tutto ciò che aveva costruito. È difficile da accettare ma è andata così. È stata lei ad uccidere Loris.

Un castello di sogni e favole che si è sgretolato tra le sue mani quel maledetto 29 novembre 2014, quando ha deciso di uccidere il proprio figlio, Loris, annullando per sempre l’amore che tanto cercava per ridurlo in un cumulo di carta pesta e strati di bugie. Santa Croce Camerina non è Hollywood, non lo è mai stata e non ha mai avuto la presunzione di esserlo né tantomeno l’ambizione. Le telecamere che si accendono in quei giorni non vogliono certamente filmare le scene di un film ma raccontare la storia di una tragedia che ha colpito l’intera comunità.

Un filtro sul mondo che osserva attonito il dolore di un piccolo comune siciliano. Molti hanno avuto l’esigenza morbosa di dire qualcosa, qualunque cosa, di fronte alla prima telecamera che incontravano. Soggetti totalmente estranei alla vicenda che hanno voluto a tutti i costi esserci in questa triste storia, apparire di fronte al faretto e al puntino rosso del rec per mostrare i chili di trucco appena spalmati sul viso, la pettinatura ben fatta e una valanga di parole inutili che si moltiplicava agli ascolti televisivi delle grandi reti, le grandi ospitate che certamente non aiutavano il lavoro degli inquirenti che in quei giorni cercavano verità e concretezza.

Tanti hanno mentito in quei giorni, anche Veronica ha mentito nelle sue dichiarazioni. Tanto. Ma non siamo qui per fare una disamina sui fatti. Non ora. Siamo qui per fare delle attente riflessioni alla luce dei cinque anni appena trascorsi. La vera vittima di tutta questa tragedia, oltre al piccolo Loris, rimane Davide Stival, giovane e coraggioso padre che ha saputo affrontare tutta questa vicenda a testa alta e con enorme dignità ma che ha pagato il prezzo più alto in tutta questa vicenda, perdendo tragicamente il figlio Loris, ammazzato brutalmente da Veronica; la donna che amava, che ha amato, sposato e con la quale aveva costruito una famiglia. Una donna che successivamente ha puntato il dito anche contro Andrea, il padre di Davide, accusandolo di essere suo amante e successivamente anche l’assassino di Loris. Una tragedia nella tragedia. Un dramma familiare senza via d’uscita.

Oggi bisogna rispettare la dignità e il dolore di Davide e del suo secondogenito, perché sono soltanto loro le vere vittime di tutta questa tragedia".

Angelo Barraco
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