"Mia figlia sta come una che è stata prigioniera per diciotto mesi e se sorride non significa che per lei sia facile".

Lo ha dichiarato Enzo Romano, padre di Silvia, la volontaria liberata in Somalia dopo un anno e mezzo di prigionia.

Una risposta indiretta a quanti hanno insinuato che, almeno in apparenza, la drammatica esperienza in mano ai sequestratori sia, per la giovane milanese, già alle spalle.

"Non è che se uno sorride sta benissimo, non confondiamo il sorriso con la capacità di reagire per rimanere in piedi dignitosamente da una situazione di cui si è preda e che ti porta poi ad andare nella depressione più totale. Meno male che ha un po' di palle e cerca di reagire, ma è la sopravvivenza", ha aggiunto Enzo Romano.

"Noi vogliamo stare in pace, abbiamo - ha poi concluso - una ragazza da proteggere, abbiamo bisogno solo di ossigeno".

(Unioneonline/l.f.)
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