Filippo Turetta aveva una «pretesa ossessiva» di laurearsi assieme a Giulia Cecchettin.

«Mettiti in testa che o ci laureiamo insieme o la vita è finita per entrambi». Così scriveva in un messaggio WhatsApp del febbraio 2023 recuperato dal cloud della ragazza.

L’sms è ora agli atti dell’inchiesta a carico del 22enne di Torreglia (Padova) a processo per l’omicidio volontario premeditato della ex fidanzata.

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri Turetta non si era rassegnato alla fine della relazione e, stando a quanto testimoniato da amici e familiari di Giulia, «agiva come se fosse sicuro di riconquistarla».

Il ragazzo ha rinunciato all’udienza preliminare davanti al gup e accettato di andare direttamente a processo in Corte d’Assise. Una decisione, presa in accordo con il difensore Giovanni Caruso, che «consegue a un percorso di maturazione personale del gravissimo delitto commesso, e alla volontà che la giustizia faccia il proprio corso nei tempi più rapidi possibili e nell'interesse di tutti», ha riferito il legale.

Non verrà chiesta da parte della difesa nemmeno la perizia psichiatrica, a meno che non vi siano intenzioni diverse che emergano dal processo.

Il femminicidio fu commesso l'11 novembre 2023. Nel suo interrogatorio reso davanti al pm Andrea Petroni, Turetta raccontò della serata passata con Giulia Cecchettin in un centro commerciale di Marghera (Venezia), poi al ritorno il diniego di lei alle richieste di ritornare insieme, la lotta in un parcheggio di Fossò (Venezia) con botte, calci e 75coltellate. Quindi la fuga con il cadavere di Giulia in auto, abbandonato in un bosco vicino al lago di Barcis, in Friuli, finché otto giorni dopo, in Germania, lo studente fu arrestato. Turetta è detenuto nel carcere di Verona Montorio dal 25 novembre scorso.

(Unioneonline/L)

© Riproduzione riservata