Corrotti equiparati ai mafiosi, procedure per i sequestri più efficaci, confisca rafforzata, trasparenza negli incarichi per circoscrivere le parentopoli, maggiori possibilità di intervento sulle imprese infiltrate dalla criminalità organizzata.

Queste le principali novità introdotte dal Codice Antimafia, definitivamente approvato ieri dalla Camera con 259 voti a favore, 107 contrari e 28 astenuti.

Ci sono voluti quattro anni di lavori, tre letture - la prima nel novembre 2015 da parte della Camera, la seconda lo scorso 6 luglio al Senato e infine la terza ieri - per varare il testo, costituito da dieci articoli. Un codice che è stato fortemente contestato in aula da Forza Italia e M5S, che hanno votato contro il provvedimento.

Ecco le principali misure introdotte.

"CORROTTI COME MAFIOSI" - Il testo allarga il perimetro dei possibili destinatari cui possono essere applicate le misure di prevenzione personali e di natura patrimoniale: da un lato chi è indiziato di terrorismo o di assistenza agli associati a delinquere e dall'altro chi è sospettato di associazione a delinquere finalizzata ad alcuni gravi delitti contro la pubblica amministrazione, tra cui peculato, corruzione propria e impropria, corruzione in atti giudiziari, concussione e induzione indebita a dare o promettere utilità. Misure di prevenzione sono applicabili anche agli indiziati di stalking.

PROCEDIMENTI PIÙ TRASPARENTI - Il procedimento di applicazione delle misure di prevenzione è reso più trasparente, garantito e veloce (trattazione prioritaria con rafforzamento delle sezioni competenti, copertura immediata delle vacanze, relazioni periodiche sull'operatività delle sezioni, utilizzo delle videoconferenze, immediata decisione sulle questioni di competenza).

Si introduce la distrettualizzazione delle misure di prevenzione, prevedendo sezioni o collegi distrettuali specializzati, mentre il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo è inserito tra i soggetti titolari del potere di proposta delle misure di prevenzione.

SEQUESTRI EFFICACI - Il sequestro di partecipazioni sociali "totalitarie" si estende a tutti i beni aziendali. A provvedere materialmente al sequestro sarà ora la polizia giudiziaria (e non più l'ufficiale giudiziario, come era fino a oggi).

IL CONTROLLO DELLE IMPRESE INFILTRATE - Viene introdotto il nuovo istituto del controllo giudiziario delle aziende quando sussiste il pericolo concreto di infiltrazioni mafiose che ne condizionino l'attività.

Il controllo giudiziario, previsto per un periodo che va da un anno a tre anni, può essere chiesto volontariamente anche dalle imprese che abbiano impugnato l'informazione antimafia interdittiva di cui sono oggetto.

Una volta disposto, gli effetti dell'interdittiva restano sospesi.

STOP A PARENTOPOLI NEGLI INCARICHI - Non potranno più assumere l'ufficio di amministratore giudiziario, coadiutore o diretto collaboratore il coniuge, i parenti e i conviventi del magistrato che conferisce l'incarico.

Il governo è delegato a disciplinare un regime sistematico di incompatibilità da estendere ai curatori fallimentari, vietando di nominare chi abbia rapporti di parentela, affinità, convivenza e assidua frequentazione con uno qualunque dei magistrati dell'ufficio giudiziario che conferisce l'incarico.

(Redazione Online/F)
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