Due fascicoli sulla diffusione di Green pass online sono stati aperti dalle Procure di Roma e Milano.

Il primo riguarda l’indagine avviata anche dal Garante della Privacy sui certificati – apparentemente validi e scaricabili da chiunque -Gren disponibili su una piattaforma di file sharing, l’altro sui pass reperibili online.

Gli investigatori stanno cercando di risalire agli indirizzi ip di chi ha caricato in rete i certificati e di individuare chi li ha acquisiti.

Lunedì si terrà un incontro tra il Garante della Privacy e il Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi tecnologiche della Guardia di Finanza. 

Sulle chat dei no Green pass circola e fa discutere un video – trovato su una piattaforma di file sharing - in cui una voce fuori campo spiega di aver scaricato “tutto l’archivio italiano” dei Green pass fino al 15-16 ottobre.

"Lo Stato non è in grado di tutelare i dati sensibili", afferma chi ha postato il video.

Nelle chat c’è chi cerca di informarsi su quale piattaforma utilizzare per poter scaricare il certificato, ma non mancano gli irriducibili che prendono le distanza: “Se siamo contrari al Green pass è da ipocriti usarne uno falso”.

Su un altro gruppo invece circolano notizie di Green pass in vendita a 250 euro, con sconto per chi ne acquista due, al prezzo di 450 euro.

(Unioneonline/L)

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