Giovanni Lizzio, il “terzo eroe” ucciso dalla mafia nel 1992
L’ispettore anti-racket della Questura di Catania aveva 45 anni. Alcuni boss, dopo l’omicidio, stapparono bottiglie di spumanteGiovanni Lizzio
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Non solo Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Nel 1992, l’anno delle stragi più efferate compiute da Cosa Nostra, un altro uomo dello Stato venne ucciso dalla mafia, a pochi mesi dalla strage di Capaci e solo otto giorni dopo l’uccisione di Borsellino in via d’Amelio assieme alla sua scorta, di cui faceva parte anche l’agente sarda Emanuela Loi.
Il 27 luglio 1992 veniva infatti ammazzato a Catania Giovanni Lizzio, poliziotto nato proprio a Catania e alla guida del reparto anti-racket della Questura della città siciliana.
Lizzio, che aveva 45 anni, venne raggiunto da due killer mentre era in auto, fermo a un semaforo. I sicari gli si avvicinarono in moto facendo fuoco diverse volte.
Alla sua morte, hanno riferito testimoni, in alcune case di mafiosi furono stappate bottiglie di spumante.
Per l’omicidio dell’ispettore Lizzio – ricorda il sito della Polizia di Stato – è stato condannato all’ergastolo, con sentenza passata in giudicato, il capomafia Benedetto “Nitto” Santapaola.
Nel 2007, è stato notificato un ordine d’arresto ad alcuni uomini dello stesso clan Santapaola: Filippo Branciforti, Francesco Squillaci e Francesco Di Grazia, accusati di essere gli esecutori
materiali dell’omicidio.
(Unioneonline/l.f.)