Oggi, 25 maggio, si ricorda la Giornata Internazionale dei bambini scomparsi. Nel momento in cui scompare un minore, la vita di una famiglia viene stravolta irrimediabilmente. La normalità si annulla, improvvisamente. L’orologio alla parete si ferma, continuando a segnare la stessa ora nella vita di chi aspetta un famigliare scomparso. Ogni minuto di quel giorno viene ripercorso, raccontato per cercare una spiegazione plausibile ad un avvenimento rivoluzionario. 

RICERCHE IMMEDIATE – “Oggi il nostro pensiero è sui tanti, troppi direi, minori che in un giorno qualunque, per volontà altrui spesso, hanno fatto perdere le loro tracce. Noi dobbiamo fare veramente ogni sforzo affinché ci sia prevenzione, informazione, soprattutto capacità di risposte in tempo reale. Quando scompare un minore bisogna attivare le macchine della ricerca in modo veloce. Senza perdere tempo” – ha commentato l’Avv. Nicodemo Gentile, presidente nazionale dell’Associazione Penelope Italia, aggiungendo- “Quando si parla di minori scomparsi dobbiamo anche riflettere sulla grande sfida che è quella dei minori non accompagnati. Un fenomeno che deve essere combattuto in modo serio e adeguato perché spesso questi giovani sfortunati vengono attratti poi nella rete della criminalità organizzata, della prostituzione, del lavoro nero e anche, purtroppo, in parecchi casi, del traffico di organi. Bisogna dare delle risposte sempre più adeguate e di respiro internazionale”. 

DOLORE COLLETTIVO – Il tempo si cristallizza per sempre nelle famiglie in cui scompare un minore, trasformando le stanze ormai vuote in preziosi luoghi d’attesa e speranza. Madri e padri che, da un giorno all’altro, non hanno più visto i propri figli perché strappati via da mani ignote. Bambini sottratti alla quotidianità dei propri cari e dei propri affetti. Intere famiglie rimangono in attesa di risposte, per anni. Spesso, però, le risposte non arrivano. Drammi intimi e privati che si trasformano, inevitabilmente, in un dolore collettivo.

IN SARDEGNA – “I minori che scompaiono in Sardegna sono prevalentemente adolescenti che entrano in rotta con la famiglia o che scappano dalle comunità, ma vengono tutti ritrovati tranne pochi casi di disgrazie o incidenti. È molto contrastato il problema. Bisogna intervenire nelle famiglie e nelle scuole. Visto che i ragazzi passano la maggior parte del loro tempo a scuola, più che con la famiglia, si creano delle aggregazioni, dei gruppi che possono mettere a disagio qualche coetaneo” – ha commentato l’Avv. Gianfranco Piscitelli, Presidente Associazione Penelope Sardegna, aggiungendo- “Possono quindi crearsi fenomeni di bullismo. Sono i genitori che devono stare attenti e accorgersi di certi disagi che molte volte vengono sottovalutati. Bisogna prevenire eventuali scomparse che, per la maggior parte sono volontarie ma vengono da un disagio che li porta, per non sentirsi esclusi dal gruppo, ad aggregarsi e ad emulare il leader. Nel momento in cui imitano e non hanno la forza, quando si trovano da soli, per reggere, a quel punto può succedere che fanno qualcosa di brutto. Tutte le volte che abbiamo avuto in Sardegna dei casi di minori scomparsi, o erano scappati dalla comunità, o perché si misurano con il branco e poi non reggono il peso perché caratterialmente non sono forti. Un altro problema è internet: i genitori e la scuola non vigilano su questo. Nessuno li controlla e possono diventare facile preda di adulti nascosti dietro falsi profili. Le reazioni dei minori che possono sfociare in allontanamento e scomparse spesso sono dovute a situazioni di ‘violenza assistita’ in famiglia”.

Angelo Barraco

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