Gettata dal cavalcavia dell’A4, il compagno di Giada resta in carcere
Effettuata l’autopsia, da verificare se la donna sia stata stordita o avvelenataNessuna anticipazione sui risultati dell’autopsia sul corpo di Giada Zanola, la 34enne gettata dal cavalcavia dell’autostrada A4. All’istituto di medicina legale di Padova, il professor Marco Terranova ha effettuato il prelievo dei tessuti per eseguire accertamenti tossicologici, necessari per appurare se la donna sia stata magari stordita, con farmaci o altre sostanze, prima della morte, o avvelenata pian piano, come lei stessa aveva confidato alle amiche di temere.
Intanto il suo compagno, Andrea Favero, accusato dell’omicidio, resta in carcere. Il provvedimento del pm, motivato soprattutto dal “pericolo di fuga”, non è stato convalidato dalla gip Laura Alcaro la quale ha però emesso una nuova ordinanza di custodia cautelare alla luce dei “precisi e concordanti' indizi di colpevolezza.
Durante l’interrogatorio di garanzia, il 39enne non ha risposto alle domande e non ha rilasciato dichiarazioni spontanee.
Il suo racconto si era fermato alla lite con Giada, dentro l'auto di lei, sul cavalcavia. «Non ricordo se siamo saliti sul gradino della ringhiera che si affaccia sull'autostrada...» aveva detto l’uomo nella caserma della Polstrada di Padova.
Era mercoledì notte. Tutto era iniziato nella loro casa di Vigonza, mentre il figlioletto di tre anni dormiva. Giada, che voleva andarsene e minacciava di far vedere più il bimbo ad Andrea, sarebbe uscita avviandosi a piedi verso il cavalcavia. Favero ha riferito di aver preso la macchina di lei, di averla raggiunta, e averla convinta a salire in auto, per tornare a casa. «Ho proseguito lungo la strada oltrepassando il cavalcavia, e ho fatto l'inversione...». Nel frattempo il litigio sarebbe proseguito. Giada, è la versione dell'indagato, avrebbe urlato che gli avrebbe tolto il bambino «e non me l'avrebbe più fatto vedere». Bisognerà capire se questa versione reggerà davanti agli ulteriori accertamenti di indagine della polizia, e agli approfondimenti medico legali.
Il sospetto è che la ragazza sia stata prima stordita - le amiche hanno riferito del suoi sospetti di essere «drogata» da Andrea - o forse uccisa in un altro posto, e poi fatta cadere per simulare il suicidio. Proposito, peraltro, che Giada non aveva mai manifestato.
(Unioneonline/s.s.)