22 settembre 2009 alle 18:40aggiornato il 22 settembre 2009 alle 18:40
Garze dimenticate, la Cassazione:'Ne risponde tutta l'equipe'
La Corte, confermando la colpevolezza di un vice primario pugliese, ha chiarito che anche gli aiuti rispondono delle lesioni e degli errori commessi durante gli interventiPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Tutta l'equipe medica - e non solo il chirurgo che opera, ma anche i suoi aiuti - risponde, con il risarcimento dei danni e la condanna penale per lesioni, dei gravi errori commessi nel corso di una operazione, come dimenticare garze o pinze nell'addome. Lo sottolinea la Cassazione confermando la colpevolezza di un vice primario pugliese. Senza successo, infatti, Giuseppe C., aiuto primario all'ospedale 'Cardinal Panicò di Tricase (Lecce) ha sostenuto che non era colpa sua se durante un intervento su una paziente il primario, un tipo molto "accentratore", aveva lasciato le garze laparotomiche nella pancia della malcapitata signora. In particolare la Suprema Corte - sentenza 36580 - ha rilevato che deve essere considerata "corale" l'attività dell'equipe medica quando "riguarda quelle fasi dell'intervento chirurgico in cui ognuno esercita il controllo del buon andamento di esso". Pertanto tutto il personale "deve partecipare ai controlli volti a fronteggiare il frequente e grave rischio di lasciare nel corpo del paziente oggetti estranei". E la responsabilità delle 'dimenticanzè non può essere scaricata solo sul primario. Invece le colpe sono dei singoli componenti l'equipe quando i ruoli e i compiti di ciascuno sono "distinti nettamente". In tal caso, dell'errore risponde "il singolo operatore che abbia in quel momento la direzione dell'intervento, o l'errore sia riferibile ad una specifica competenza medica". In sostanza, "l'anestesista non potrà certo rispondere dell'errore del chirurgo e il chirurgo non risponderà di una inidonea somministrazione di anestetico". Ma delle sviste eclatanti rispondono tutti. In questo caso la paziente si è dovuta sottoporre a un nuovo intervento. Nei confronti dell'imputato è stata dichiarata la prescrizione del reato di lesioni colpose - il fatto risale al 1997 - ma resta confermata la sua colpevolezza e la condanna al risarcimento (la cui entità non è nota).
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