Francesco, morto per aver scavalcato i cancelli della Sapienza: "L'ingresso era aperto"
Indagini a tutto spiano per chiarire le responsabilità della tragedia. L'ateneo prende le distanze: "Avevamo denunciato questi rave illegali"È bufera dopo la morte assurda di Francesco Ginese, il 26enne originario di Foggia morto dopo aver scavalcato il cancello della Sapienza per raggiungere un rave party.
Una "Notte Bianca" abusiva, organizzata dai collettivi universitari - che negano si sia trattato di un rave ma piuttosto "un'iniziativa artistico-culturale" - tra le mura di una delle università più importanti di Roma e a cui Francesco voleva partecipare a tutti i costi.
Non sono chiari i contorni della vicenda che ha portato alla morte del ragazzo, che cadendo si è reciso un'arteria femorale: innanzitutto, dicono gli organizzatori, il cancello era aperto e non c'era un ticket d'ingresso ma un'offerta libera. Perché allora Francesco ha scavalcato? Forse per evitare la ressa, visto che per entrare alla festa bisognava passare da un cancelletto.
La Sapienza ha inoltre dichiarato di aver più volte denunciato la presenza di questi rave non autorizzati: "Rattrista grandemente che nonostante i ripetuti divieti, denunce e moniti a evitare comportamenti non consentiti e rischiosi per l'incolumità, si sia verificato un incidente di tale gravità". Allora perché era stata organizzata un'altra festa? Ora partirà un esposto alla Procura della Repubblica per chiarire le responsabilità.
"Quello che è accaduto venerdì sera alla 'Sapienza' non deve più ripetersi: è inaccettabile che un luogo di formazione e cultura, vera e propria eccellenza italiana, venga trasformato in una discoteca abusiva", ha commentato il ministro dell'Istruzione Marco Bussetti: "Auspico che si faccia presto chiarezza per individuare eventuali responsabilità. Resta il rammarico e il dolore per la morte di Francesco, una tragedia che poteva e doveva essere evitata. Mi unisco al dolore dei familiari e degli amici per questa grave perdita".
LA VITTIMA - Francesco si era laureato alla Luiss in Economia e aveva trovato lavoro a Bologna. Quel weekend era andato a Roma per salutare gli amici dell'università. Dopo la terribile caduta, a nulla è servita la gara di solidarietà per la raccolta di sangue, sia nella Capitale che nella sua Puglia, né l'operazione d'urgenza al Policlinico Umberto I di Roma.
(Unioneonline/D)