Uno straordinario scatto, la prima immagine reale del buco nero al centro della galassia. Una scoperta scientifica eccezionale e che porta la firma della Sardegna.

La fotografia, presentata oggi a livello mondiale, è stata realizzata grazie a una collaborazione internazionale Event Horizon Telescope (Eht) e con il contributo italiano dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), dell’Università Federico II di Napoli e dell’Università di Cagliari.

L'immagine è la prova definitiva che al centro della Via Lattea c'è un buco nero. Pubblicato in 10 articoli su The Astrophysical Journal Letters, il risultato è annunciato in tutto il mondo a partire dalla Germania, con lo European Southern Observatory (Eso); in Italia da Inaf, Infn e le due università. 

A tre anni dalla prima foto di un buco nero, quello della galassia M87, la nuova immagine conferma definitivamente l'esistenza di un buco nero al centro della nostra galassia. Una “prova schiacciante”, come l'hanno definita i ricercatori nella conferenza stampa organizzata a Roma. Fra gli altri Ciriaco Goddi di Università di Cagliari, Inaf e Infn, e accanto a lui Elisabetta Liuzzo Nicola Marchili e Kazi Rygl, tutti e tre dell'Inaf e, in collegamento, Mariafelicia De Laurentis di Università Federico II di Napoli e Infn, e Rocco Lico di Instituto de Astrofísica de Andalucía e Inaf.

Anche in questo scatto storico, frutto del lavoro di più di 300 ricercatori di 80 istituti in tutto il mondo che insieme formano la Collaborazione Eht, il buco nero non è visibile direttamente perché non emette luce: si vede uno spesso anello di gas brillante, delle dimensioni che avrebbe se fosse intorno alla Luna, che circonda una regione centrale scura chiamata “ombra”.

(foto Università di Cagliari)
(foto Università di Cagliari)
(foto Università di Cagliari)

"Ottenere questa immagine è sempre stato il nostro obiettivo sin dall'inizio del progetto e poterla rivelare al mondo oggi ci ripaga di tanti anni di duro lavoro", spiega Ciriaco Goddi. "La rete EHT è in continua espansione e oggetto di importanti aggiornamenti tecnologici: così potremo avere immagini ancora più impressionanti e addirittura filmati di buchi neri nel prossimo futuro".

LO SCATTO – L'anello è prodotto dalla luce distorta dalla potente gravità del buco nero, che ha una massa pari a quattro milioni di volte quella del Sole ed è distante dalla Terra 27.000 anni luce, in direzione della costellazione del Sagittario.

Sebbene i due buchi neri sembrino molto simili, quello della Via Lattea è oltre mille volte più piccolo e meno massiccio rispetto a quello di M87.

La foto è stata ottenuta grazie a una rete globale di otto radiotelescopi, compreso il più potente del mondo: Alma (Atacama Large illimeter/submillimeter Array), al quale l'Italia partecipa attraverso lo European Southern Observatory (Eso) e ospita il nodo italiano del Centro regionale europeo Alma presso la sede dell'Inaf di Bologna.

I RADIOTELESCOPI – I radiotelescopi funzionano all'unisono, come fossero un uno strumento grande quanto la Terra e insieme sono stati puntati verso il cuore della galassia per diverse notti nell'aprile 2017, raccogliendo dati per molte ore di seguito, in modo simile a quando si fa una lunga esposizione con una macchina fotografica. Nonostante Sagiuttarius A* sia molto più vicino rispetto al primo buco nero immortalato in una foto, ottenerne l'immagine è stato molto più difficile: poiché è più piccolo, il gas gli ruota intorno molto velocemente, impiegando pochi minuti completare un'orbita intorno al buco nero (contro i giorni impiegati dal gas attorno al buco nero di M87). Di conseguenza per ottenere l'immagine è stato necessario fare una media delle numerose immagini ottenute nella campagna di ricerca. 

(Unioneonline/v.l.)

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