Una foto di una gita al mare, pezzi di orologi, chiavi (tantissime), montature di occhiali, due spille (su una c'è scritto "Moby è per sempre") e tanto altro.

Sono gli ultimi 50 oggetti restituiti ai familiari delle vittime della Moby Prince, il traghetto andato a fuoco nella rada del porto di Livorno il 10 aprile 1991. Furono 140 le vittime, tanti sardi, solo uno il sopravvissuto.

Gli oggetti erano custoditi in una scatola negli uffici della Polmare di Livorno, che due giorni fa li ha consegnati a Loris Rispoli, presidente dell'associazione 140 che riunisce i parenti delle vittime.

Rispoli per il prossimo anniversario della strage, il 29esimo, vorrebbe allestire una mostra con questi oggetti, che sono l'ultima parte dei resti della Moby Prince.

"Gli oggetti personali - spiega Rispoli - come catenine e anelli furono consegnati subito assieme ai resti dei corpi dei nostri familiari. Successivamente furono mostrati oggetti di valore che erano stati recuperati e anche quelli vennero riconsegnati. Così era rimasta solo questa scatola".

"Alla fine del 2019 - racconta il presidente dell'associazione 140 - fui contattato da un ufficiale della Polmare, che mi spiegò che erano in possesso di questo materiale che non sarebbe servito alla magistratura, e che avevano deciso di riconsegnarlo. Anche quegli oggetti ci confermano una tesi che abbiamo sempre sostenuto, non è vero che le fiamme hanno distrutto tutto. È rimasta la carta, le scatoline di plastica col distintivo della Moby, degli occhiali. Se i soccorritori fossero saliti a bordo avrebbero potuto salvare delle persone".

(Unioneonline/L)
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