Incursioni armate e lotte tra bande in pieno centro. Non siamo in una megalopoli sudamericana, siamo in Italia, a Trieste.

Alle 8 di questa mattina due gruppi di operai, di due diverse famiglie kosovare (e non tra kosovari e albanesi come emerso inizialmente) si affrontano davanti a un bar di via Carducci. Volano sgabelli e tavolini, qualcuno mulina spranghe.

All’improvviso, come racconta un testimone, sul posto arriva un furgone e scendono altre persone, armate fino ai denti. Sparano e fuggono. Tutto in pochi minuti, quanto basta per lasciare a terra feriti ben sette uomini, due in condizioni gravissime.

Vengono portati tutti all’ospedale di Cattinara, due poi trasferiti a Monfalcone.

Passano ancora pochi minuti e nei pressi della barriera autostradale del Lisert vengono bloccate due persone, sulle quali sono in corso accertamenti per comprendere il ruolo avuto nella vicenda e di cui si attende l'emissione di provvedimenti di fermo.

Non se lo aspettava nessuno a Trieste, tanto che la donna del bar di fronte ha pensato a un gioco tra amici, si è resa conto della gravità solo quando ha visto una persona a terra.

Si pensa che non si tratti di criminalità comune, ma di una vera e propria guerra tra bande che si spartiscono forse appalti o subappalti edili.

Il procuratore capo, Antonio De Nicolo, oggi oltre a sottolineare lo "sconcerto" della città, e il pericolo che la vicenda potesse coinvolgere persone estranee, segnala l'ipotesi dell'agguato. Una vera e propria spedizione punitiva.

LE REAZIONI – Immediata la reazione politica: la Regione Friuli Venezia Giulia fa sapere che lunedì nel palazzo di fronte, in Prefettura, si terrà una seduta urgente del Tavolo di ordine pubblico. L'assessore alla Sicurezza, Pierpaolo Roberti, ha ribadito al prefetto "la necessità di fare un approfondito punto della situazione sull'ordine pubblico in città e in particolare sulla situazione legata alla presenza della comunità kosovara". Anticipando che lunedì rinnoverà la "richiesta di maggiori competenze in un settore così delicato".

Il governatore Massimiliano Fedriga chiede "misure draconiane" per "reprimere senza indugi ogni fenomeno di delinquenza", auspicando, "dura repressione" e "risposte delle autorità competenti immediate e decise". La presidente del gruppo Pd alla Camera Debora Serracchiani, parla di popolazione da rassicurare e di violenze da "stroncare con la massima severità".

(Unioneonline/L)

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