Due medici e una collaboratrice sono stati arrestati dalla Guardia di Finanza a Ferrara. Hanno falsificato Green pass dietro compenso di denaro, sia simulando la somministrazione del vaccino anti-Covid che rilasciando falsi certificati di esenzione per patologie inesistenti.

Finiti in manette nel corso di un’operazione chiamata “Red Pass”, devono rispondere di falsità ideologica, corruzione, peculato e truffa aggravata ai danni dello Stato.

Il Gip della città estense ha motivato la misura cautelare dell'arresto con la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza, del pericolo di reiterazione dei reati e di inquinamento delle prove da parte degli indagati.

L’indagine è partita lo scorso dicembre quando gli uomini della Finanza hanno notato come i due medici – a partire dall’aprile 2021 – avessero registrato un incremento anomalo e spropositato di pazienti, con 848 nuovi assistiti di cui 51 provenienti da altre province o Regioni. Dei nuovi pazienti inoltre, 548 risultavano vaccinati nei 14 giorni successivi al cambio del medico.

Sono 42 i casi di corruzione accertati. Grazie a intercettazioni telefoniche ed ambientali è emerso come gli indagati - dietro il compenso di 20 o 50 euro - attestassero falsamente di avere eseguito la vaccinazione, talvolta simulando solo con l'inserimento dell'ago della siringa nel braccio dell'assistito, altre volte iniettando una soluzione idrosalina o acqua. In altri casi il vaccino veniva reso deliberatamente inefficace con operazioni di ricongelamento e di scongelamento.

Le immagini acquisite dalle Fiamme Gialle avrebbero mostrato anche come in diversi casi la stessa siringa venisse riutilizzata più volte.

Tra i pazienti al centro dell’indagine ci sarebbero anche uomini delle forze dell’ordine, militari, infermieri, insegnanti, tutte categorie soggette all’obbligo vaccinale. E ancora sacerdoti, pensionati, studenti, commercianti e liberi professionisti.

(Unioneonline/L)

© Riproduzione riservata