Il Senato approva la mozione della maggioranza che proroga lo stato di emergenza - in scadenza il 31 luglio - fino al 15 ottobre con 157 sì, 125 contrari e 3 astenuti. Domani mattina il testo arriverà alla Camera per l'ok definitivo.

Il voto è arrivato dopo il discorso del premier Giuseppe Conte, che parla di un provvedimento "inevitabile", perché il virus "circola ancora".

"Ritengo doveroso condividere con il Parlamento questa decisione", premette il presidente del Consiglio

"Stamane - spiega - in Consiglio dei ministri abbiamo assunto una mera informativa: non abbiamo assunto alcuna decisione. Dopo aver esaminato tutte le indicazioni e i pareri, incluso uno dell'Avvocatura dello Stato, è emerso l'indirizzo di limitarne l'estensione temporale al prossimo mese di ottobre. Resto fiducioso che anche in quest'occasione possa maturare in quest' Aula una convergente valutazione positiva da cui discendono importanti conseguenze anche a livello internazionale".

La maggioranza impegna il governo "a definire come termine ultimo per lo stato di emergenza nazionale il 15 ottobre 2020" e a "definire, altresì, con norma primaria le eventuali misure di limitazione di libertà fondamentali". Il richiamo a norme primarie significa che la maggioranza impegna il premier a ricorrere a decreti legge e non a Dpcm, come fatto spesso nella fase più acuta dell'emergenza.

"EMERGENZA NECESSARIA PER AGIRE SPEDITAMENTE" - Il premier ricorda alle opposizioni che lo stato d'emergenza è stato disposto per ben 154 volte dal 2014 ad oggi, e prorogato per 84 volte, per episodi "puntuali" come un terremoto o un'alluvione, mentre un fenomeno in evoluzione come la pandemia richiederebbe "a maggior ragione" una proroga.

Quindi argomenta: "Fondamentale mantenere il potere d'ordinanza, che consente norme in deroga, è il presupposto necessario per affrontare con efficacia e tempestività le situazioni emergenziali", perché "la pandemia di coronavirus è un processo in continua e imprevedibile soluzione che ancora oggi, seppur in maniera contenuta e territorialmente circoscritta, non ha ancora esaurito i suoi effetti".

"Solo così - continua - possiamo intervenire con speditezza ove ci fosse un peggioramento della situazione".

LE MISURE CHE PERDEREBBERO EFFICACIA - "Sarebbe incongruo - argomenta Conte - sospendere bruscamente l'efficacia delle misure adottate fino a quando la situazione non torna a un tollerabile quadro di normalità. Se questo è vero per eventi che si esauriscono come un terremoto o un'alluvione, è ancor più vero per la pandemia".

Poi un elenco di alcune delle misure che perderebbero efficacia: il coordinamento della Protezione civile e il ruolo del Comitato tecnico scientifico, il noleggio di navi quarantena per la sorveglianza sanitaria dei migranti, i poteri straordinari in capo al commissario e ai Presidenti di Regione ("Vi sfido a chiedere a loro se non vogliono la proroga"), le misure per la gestione delle strutture temporanee per l'assistenza a persone positive, il numero verde, il pagamento dilazionato delle pensioni negli uffici postali per evitare assembramenti.

"IL VIRUS CIRCOLA, IN ITALIA E NEL MONDO" - "La proroga è inevitabile sulle basi di valutazioni squisitamente tecniche - continua Conte -. Sebbene la curva di contagi e l'impatto sul Sistema sanitario nazionale si siano notevolmente ridotti, ed è un dato che ci rinfranca, i numeri registrati dicono che il virus continua a circolare, con focolai prontamente contenuti e circoscritti. E la situazione internazionale resta preoccupante, sia per quanto accade in Paesi dove la curva continua a crescere, sia per la ripresa dell'epidemia in Paesi a noi vicini come Spagna, Francia e Paesi balcanici. Ciò impone un'attenta vigilanza".

"NESSUN ALLARMISMO" - Il premier conclude con un passaggio sul presunto "allarmismo": "Non vi è nessuna intenzione di drammatizzare né di alimentare paure ingiustificate nella popolazione, tutt'altro, vogliamo mantenere il nostro Paese ben più sicuro".

"Dal 18 maggio quando è partita la fase 2 ho sempre trasmesso segnali di massima fiducia, favorendo la ripresa della vita sociale e la ripartenza in sicurezza delle attività economiche e commerciali. Tutti nel mondo ci riconoscono il merito di aver affrontato molto bene la fase più acuta dell'emergenza, e siamo visti da tutti come un Paese sicuro".

(Unioneonline/L)
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