C'è un ottavo indagato nell'inchiesta sull'omicidio di Emanuele Morganti, il 20enne di Alatri (Frosinone) pestato a morte dal branco all'uscita da una discoteca.

Si tratta di un uomo che sarebbe stato presente al momento dell'aggressione e identificato nelle scorse ore nell'ambito degli accertamenti disposti dal procuratore di Frosinone Giuseppe De Falco.

Mario Castagnacci e Paolo Palmisani, i due fratellastri di 20 e 27 anni, sono in carcere per omicidio volontario aggravato da futili motivi.

Sono invece indagati per rissa Franco Catagnacci, padre di Mario, e 4 buttafuori del Miro Music Club, il locale fuori dal quale Emanuele è stato massacrato.

Intanto Franco Castagnacci, che aspetta di essere sentito dal pm, difende se stesso e il figlio.

Smentisce di aver partecipato al pestaggio e anzi sostiene di essersi buttato nella mischia per salvare Emanuele. "Mio figlio Mario non ha infierito in niente, non ha dato nessun colpo finale", dice in un'intervista rilasciata a un giornale locale.

Ieri, nella chiesa di Santa Maria del Rosario a Tecchiena, una folla commossa ha partecipato ai funerali del giovane.

PARLA LA FIDANZATA DI EMANUELE - Non c'era una ragione per la quale Emanuele quella sera dovesse subire tutto questo e dovesse morire così", ha detto Ketty Lisi, fidanzata di Morgante. "È morto senza motivo. In discoteca c'era un ragazzo che ha iniziato a dare delle spallate a Emanuele". I due, ha aggiunto, non si conoscevano: "Io ho visto un oggetto di plastica o di vetro che l'ha colpito non ho visto nient'altro. Tutti se la prendevano con lui e erano addosso a lui, non mi hanno fatto avvicinare a Emanuele neanche quando non c'era più nulla da fare".
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