Decreto sicurezza, la Regione Toscana: "Ricorso alla Corte Costituzionale"
Salvini: "Pensino ai 119mila toscani poveri"Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
La Regione Toscana farà ricorso alla Corte Costituzionale contro il decreto sicurezza, con una delibera già pronta che sarà approvata nella seduta di Giunta di lunedì prossimo.
È quanto annunciato dal presidente della Regione Enrico Rossi (LeU), che conferma il suo pieno sostegno ai sindaci contrari al decreto firmato da Matteo Salvini: "Fanno bene a ribellarsi ad una legge disumana che mette sulla strada, allo sbando, decine di migliaia di persone che diventano facile preda dello sfruttamento e della criminalità organizzata, aumentando l'insicurezza".
"Nel frattempo - sottolinea Rossi - per aiutare e assistere tutti coloro che hanno bisogno, come fanno i volontari, i sindaci, e come già facciamo noi, almeno in Toscana si avranno tutele stabilite da una legge regionale. Perché la materia sanitaria, assistenziale e l'istruzione sono materie concorrenti su cui le Regioni hanno potere di legiferare".
Rossi si dice inoltre disponibile a valutare, assieme ai sindaci, l'esercizio previsto dalla legge La Loggia che indica la possibilità per i comuni di richiedere che sia la Regione a farsi carico del ricorso alla Consulta in tempi più rapidi anche su materie dei comuni e su competenze dei sindaci.
Solo in Toscana, secondo le stime della Regione, sarebbero 5mila in più le persone che cadrebbero in clandestinità, "producendo insicurezza e criticità di gestione sociale".
IL BOTTA E RISPOSTA - Salvini replica da par suo: "Il presidente della Regione Toscana straparla del decreto sicurezza che dà più legalità, risorse e strumenti agli amministratori locali. Lui pensa ai clandestini, noi agli italiani: ci sono 119mila toscani in condizioni di povertà assoluta, eppure lui pensa al decreto sicurezza".
Ma Enrico Rossi non molla, e gli risponde per le rime: "Sia io che lei dovremmo fare certamente di più per le famiglie in condizioni di povertà assoluta e per il servizio sanitario. Ma vediamo se ha il coraggio di confrontarsi in pubblico, dove e quando vuole, per dimostrare ai toscani e agli italiani cosa abbiamo fatto finora per sostenere le persone in difficoltà".
E nella polemica si inserisce anche il governatore della Calabria Mario Oliverio: "Anche noi siamo pronti a rivolgerci alla Corte Costituzionale".
COSA SUCCEDE - I tempi del pronunciamento della Corte dovrebbero essere brevi, circa 60 giorni. Ma i giudici si esprimeranno solo su una eventuale lesione delle preerogative della Regione in materie concorrenti come la sanità e l'istruzione.
Più lunghi (un anno circa) sarebbero i tempi se a muoversi dovessero essere i comuni o singoli immigrati attraverso un giudice. Ma sarebbero anche più alte le probabilità di avere ragione, perché si giudici della Corte si andrebbero ad esprimere sulla costituzionalità del decreto.
(Unioneonline/L)