Covid, quarta dose per gli immunodepressi dopo almeno 120 giorni dall’ultima
Speranza: “Il Paese ha retto grazie al Sistema sanitario nazionale, stop ai tagli”
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La quarta dose di vaccino contro il Covid per gli immunodepressi andrà inoculata ad almeno 120 giorni dalla terza. Lo chiarisce il ministero in una circolare firmata dal direttore generale Prevenzione, Gianni Rezza.
Tenuto conto dell'attuale situazione epidemiologica, "che continua a registrare un'elevata circolazione del virus Sars-CoV-2" e "nel rispetto del principio di massima precauzione, ai soggetti con marcata compromissione della risposta immunitaria, è raccomandata la somministrazione di una dose di vaccino a mRNA, come richiamo (booster) di un ciclo vaccinale primario articolato su tre dosi (ciclo primario standard più dose addizionale)" purché "sia trascorso un intervallo minimo di almeno 120 giorni dalla dose addizionale".
SPERANZA: “STOP AI TAGLI” – "Se il Paese ha retto a una prova così difficile, pur pagando un prezzo importante in termini di vite umane, ma anche in termini di chiusure e di cambiamenti delle nostre esistenze, è perché abbiamo uno straordinario Servizio sanitario nazionale che dobbiamo difendere e di cui il cuore sono le donne e gli uomini che lo animano".
Lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, alla Fnomceo (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri) per la seconda giornata del personale sanitario al quale rivolge "gratitudine" sottolineando la fine della stagione dei tagli e gli investimenti in campo: 124 miliardi nell'ultima legge di Bilancio, 20 miliardi del Pnrr e i fondi Ue sulle aree disagiate.
Quindi il punto sui vaccini: "Due anni fa fummo costretti a fare scelte difficili, oggi il 91% della popolazione sopra i 12 anni si è vaccinata e questo ci mette nelle condizioni di gestire in maniera del tutto diversa la pandemia, che purtroppo è ancora in corso, e ci sta permettendo in queste ore di piegare la curva senza ricorrere a chiusure generalizzate".
"Abbiamo somministrato – la conclusione – in 13 mesi e mezzo 133 milioni di dosi e questo lo può fare solo un grande Paese, solo un grande Servizio sanitario nazionale fatto di uomini e donne come voi".
(Unioneonline/D)