"Non ho taroccato nessuna informativa su Tiziano Renzi, non avevo nulla contro di lui". Queste le parole del maggiore Giampaolo Scafarto al termine dell'interrogatorio di garanzia davanti al gip.

Scafarto è stato sospeso per un anno dall'Arma dopo che i pm romani hanno scoperto una sua informativa - nell'ambito dell'indagine Consip - alterata per arrecare danno a Tiziano Renzi, padre dell'ex premier.

Si difende Scafarto, e contrattacca: "In questa vicenda sono tante le domande da chiarire, e mi riferisco alla chiamata che il 7 dicembre 2016 (due giorni dopo l'avvio dell'intercettazione) Roberto Bargilli, autista del camper di Renzi al tempo della campagna per le primarie Pd 2012, fece all'imprenditore Carlo Russo invitandolo, per conto dello stesso Tiziano Renzi, a non chiamare più il babbo. Chi avvertì Tiziano Renzi che aveva il telefono sotto controllo? ".

"Quell'informazione - aggiunge Scafarto - era in possesso di tre persone: il sottoscritto, Woodcock e un maresciallo, e non ne parlammo con nessun altro".

Si dice "molto provato" dall'intera vicenda, il maggiore dell'Arma. "Sono stato sempre leale e corretto in 23 anni di servizio, e la mia condotta non ha mai messo in pericolo l'inchiesta: non ho mai rivelato a nessuno di essere indagato, non ho mai inviato informazioni riservate a qualcun altro".

"Sono certo - è la chiosa - che, dopo quella di Woodcock, anche la mia posizione si chiarirà nel corso del tempo".

(Unioneonline/L)
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