Il divario tra Nord e Sud sulla condizione delle mamme in Italia è "drammatico".

A dichiararlo è Save the Children, che alla vigilia della Festa della Mamma ha presentato il secondo rapporto "Le equilibriste: la maternità tra ostacoli e visioni di futuro". Un'analisi dettagliata sulla situazione che ogni giorno si trovano ad affrontare le numerose donne che, in Italia, scelgono le gioie, ma anche i dolori, della maternità. E il risultato che emerge è uno squilibrio evidente fra Nord e Sud Italia, con un Paese letteralmente spaccato in due con riferimento a tutti i fattori considerati.

Tre, in particolare, i dati analizzati nel rapporto in dettaglio: la "cura", valutata sul tasso di fecondità e la distribuzione uomo/donna in famiglia nel compito di cura di figli o genitori anziani o altri parenti, le opportunità d'impiego, i servizi per l'infanzia.

Nella classifica generale delle Regioni, che vede in testa il Trentino Alto Adige seguito da Valle d'Aosta, Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte, la Sardegna si colloca in tredicesima posizione, scendendo di una posto rispetto alla rilevazione 2016 ma facendo meglio di altre regioni del Sud quali Basilicata, Campania, Puglia, Calabria e, fanalino di coda, Sicilia.

Se poi l'Isola perde punti sul tema della cura e delle opportunità di lavoro, è altrettanto vero che guadagna un ottimo posizionamento, all'ottavo posto della classifica nazionale, con riferimento ai servizi per l'infazia, facendo addirittura meglio delle "virtuose" regioni del Nord quali Piemonte, Lombardia, Veneto e Liguria.

Il Mothers Index con la Sardegna al settimo posto per Servizi all'Infanzia
Il Mothers Index con la Sardegna al settimo posto per Servizi all'Infanzia
Il Mothers Index con la Sardegna al settimo posto per Servizi all'Infanzia

Fra le criticità più evidenti per l'intero Paese che emergono dal rapporto Save the Children, il tema dell'occupazione femminile, fra disparità salariali, scarso uso del part-time o della riduzione dell'orario di lavoro, e contratti precari.

In questo quadro, la conseguenza più diretta è un abbassamento del livello di qualità della vita che rende le donne più deboli e vulnerabili e spesso pregiudica scelte familiari e di vita: l'Italia, nella graduatoria europea, occupa il penultimo posto, seguita solo dalla Grecia, con una media di anni al parto di 31,7 contro quella europea di 30,52.
© Riproduzione riservata