Interrogatorio di garanzia per il 42enne di Ittiri e i suoi due presunti complici accusati di aver partecipato, lo scorso febbraio, a una brutale rapina a un distributore di benzina di Como.

Le indagini sul colpo, messo a segno dopo aver legato uno dei dipendenti, intimorito anche con un colpo di pistola calibro 7.65 esploso in aria, sono condotte dal pm Mariano Fadda, che ha fatto scattare per i tre un'ordinanza di custodia cautelare in carcere.

In videoconferenza davanti al gip, il 42enne sardo - che viveva a Lainate e che dopo la razzia sarebbe tornato in Sardegna con la sua parte del bottino mettendosi a fare il barbiere - avrebbe respinto ogni addebito, chiedendo attraverso il suo legale gli arresti domiciliari.

Quanto agli altri due fermati, secondo quanto riferito dalla stampa locale uno - un turco di 34 anni - si è avvalso della facoltà di non rispondere, mentre l'altro, un 41enne calabrese, ha provato anch'egli a chiarire la propria posizione, spiegando che il suo ruolo è stato solo quello del "taxista", incaricato di guidare l'auto usata dagli altri due.

Per il pm Fadda, il 42enne di Ittiri sarebbe invece quello che, dei tre, avrebbe esploso il colpo in aria per intimorire il benzinaio prima di impadronirsi dell'incasso, pari a circa 12mila euro.

(Unioneonline/l.f.)
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