Salta l'intera catena di comando dei carabinieri di Piacenza dopo lo scandalo che ha travolto sei militari della caserma Levante arrestati dalla Guardia di Finanza con diverse accuse, tra cui quelle di tortura, estorsione e spaccio di droga.

Il comando generale dell'Arma ha trasferito ad altro incarico il comandante provinciale, il comandante del reparto operativo e il capitano alla guida del nucleo investigativo.

Nessuno dei tre è al momento coinvolto nell'indagine della procura piacentina e della Guardia di Finanza ma, spiegano fonti dell'Arma, la decisione ha l'obiettivo di agevolare il "sereno e regolare svolgimento delle attività di servizio" e per "recuperare il rapporto di fiducia con i cittadini".

Un avvicendamento, insomma, "per garantire a tutti" quella tranquillità necessaria al prosieguo delle indagini.

"Non devono esserci spazi di ambiguità e non chiarezza e bisogna fare piena luce su quello che è accaduto", ha detto oggi il ministro della Difesa Lorenzo Guerini. Bisognerà infatti stabilire ruoli ed eventuali responsabilità che la catena di comando ha avuto in questa storia.

Già emerso l'encomio solenne che nel 2018 venne dato dal comandante della Legione Emilia-Romagna nel corso della festa dei Carabinieri proprio alla stazione dei militari infedeli: "Per essersi distinti - diceva la motivazione - per il ragguardevole impegno operativo ed istituzionale e per i risultati conseguiti, soprattutto nell'attività di contrasto al fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti".

Nei prossimi giorni le Fiamme Gialle acquisiranno ulteriori atti conservati negli altri uffici dell'Arma in città.

(Unioneonline/D)
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