Essere schedati dai carabinieri perché si assiste a una proiezione del film "Sulla mia pelle"?

È quanto accaduto a Siderno (Catanzaro), nella libreria che si trova all'interno del centro commerciale "La Gru".

Durante la proiezione del film che racconta gli ultimi giorni di vita di Stefano Cucchi, si sono presentati sul posto e hanno chiesto a Roberta Strangio, titolare della libreria, la lista dei partecipanti.

La donna ha raccontato al quotidiano "La Stampa" di essere rimasta molto spiazzata da una richiesta "inusuale", che mai le era stata fatta prima, in occasione di tanti altri dibattiti e proiezioni che aveva organizzato.

La risposta della signora Strangio è stata che non esiste alcuna lista. Così i militari hanno rinunciato a conoscere nomi e cognomi, si sono congedati "con gentilezza", ma non hanno mai lasciato il locale fino alla fine del film.

"Ogni tanto si affacciavano nella saletta per ascoltare", racconta la donna, che chiarisce come non ci sia stata alcuna intimidazione.

"Inizialmente non ci ho pensato, ma dopo la conclusione del dibattito ho ripensato a quanto accaduto e mi sono sentita un po' intimidita", ha raccontato Maria Teresa D'Agostino, giornalista free lance che ha moderato il dibattito al termine della proiezione.

I carabinieri alla fine non hanno identificato nessuno, non hanno chiesto i documenti.

"Erano lì per attività di routine e hanno interloquito con gli organizzatori. A noi non interessa alcun elenco, non vogliamo che l'accaduto venga strumentalizzato", è la replica del colonnello Gabriele De Pascalis, Comandante del Gruppo di Locri dei carabinieri.

Resta tuttavia poco chiaro il motivo per cui siano stati mandati in libreria per ottenere un elenco di nomi e cognomi. Cosa avrebbero dovuto farci?

(Unioneonline/L)

© Riproduzione riservata