Diventa un caso quanto accaduto lo scorso 25 febbraio a Monte San Giusto, in provincia di Macerata.

Nella notte, nel corso di un servizio di controllo del territorio, una pattuglia dei carabinieri nota un uomo sospetto.

Secondo la versione ufficiale, i militari gli intimano l'alt, il sospetto fugge, dirigendosi verso la sua auto.

Sale a bordo, mette in moto, dà gas e tenta di travolgere gli inseguitori.

Uno di loro, però, estrae la pistola.

Parte un colpo.

Il fuggitivo viene centrato alla testa.

E morirà dopo due giorni di agonia.

Klodjan Hysa, il suo nome.

Era disarmato. Ma nel bagagliaio della vettura vengono trovati arnesi per lo scasso, una mazza da baseball e alcuni beni sottratti dalle case della zona.

Come da prassi, l'Arma apre un'inchiesta. Il carabiniere che ha premuto il grilletto finisce sotto indagine.

Ma in paese tutti fanno quadrato attorno a lui.

"L'ha fatto per difenderci".

Qualcuno dà anche il via a una petizione per chiedere che non vengano presi provvedimenti nei suoi confronti.

Quasi tremila le firme in pochi giorni.

Un'alzata di scudi che sta facendo discutere, rinnovando il mai sopito dibattito sui limiti della legittima difesa e sulle modalità di intervento delle forze dell'ordine.
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