Anche l'ex pm romano Luca Palamara è presente all'udienza davanti al gip di Perugia fissata per decidere quali saranno le intercettazioni telefoniche da trascrivere nell'ambito dell'indagine a suo carico e che confluiranno in un eventuale fascicolo processuale.

Luca Palamara è infatti indagato per il suo ruolo di "mediatore" nelle correnti della magistratura e nell'assegnazione, nello specifico, di incarichi di rilievo.

"Siamo qui per valutare la legittimità delle intercettazioni nei confronti dei parlamentari" ha detto uno dei suoi difensori, l'avvocato Benedetto Buratti ai giornalisti prima di entrare con il suo assistito a Palazzo di Giustizia. "Riteniamo violata la Costituzione" ha aggiunto.

Sono un centinaio le intercettazioni telefoniche, oltre a una ventina realizzate con il captatore informatico trojan, delle quali la procura di Perugia ha chiesto la trascrizione nell'ambito dell'inchiesta. Circa cento le conversazioni sempre via telefono per le quali sollecita di fare altrettanto il magistrato, ora sospeso dalle funzioni e dallo stipendio.

La difesa di Palamara ha comunque già presentato al giudice per le indagini preliminari e alla procura una memoria per chiedere un rinvio dell'udienza.

Nella rete di relazioni costruita dal pm con colleghi di mezza Italia c'è anche la Sardegna.

Il gip dovrà decidere quali saranno gli audio da far trascrivere e che confluiranno in un eventuale fascicolo processuale. Gli altri rimarranno invece solo agli atti del pubblico ministero.

Lo stesso giudice potrebbe disporre la distruzione di intercettazioni per le quali dovesse ravvisare specifiche violazioni di legge.

A Palamara, alla sua amica Adele Attisani, all'ex consigliere del Csm Luigi Spina, all'imprenditore Fabrizio Centofanti e a Giancarlo Manfredonia, titolare di un'agenzia di viaggi, la procura perugina ha notificato l'avviso di conclusione indagini.

(Unioneonline/v.l.)
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