"Non riuscivo a tenere gli occhi aperti, ero molto stanco".

Queste le parole del trentenne romeno alla guida del minivan che si è schiantato sull'A1 contro un camion, causando la morte delle sue figlie e dei propri genitori, oltre al ferimento di sette persone tra cui la moglie.

"Ero al volante da molte ore", ha spiegato alla Polstrada: lui e la sua famiglia erano diretti a Napoli, dove uno zio e due cugini stavano aspettando il loro arrivo e dove avrebbero lavorato come operai stagionali.

Ma dalla Romania in Italia, ha detto, ha fatto sosta solo all'area di servizio Chianti per un caffè perché non riusciva ad essere vigile.

Ora è in arresto per pericolo di fuga ed è accusato di omicidio stradale. In carcere ad Arezzo, aspetta l'udienza di convalida in programma nella mattinata di domani, con modalità ancora da definire, davanti al gip Giulia Soldini.

"E' un uomo disperato - racconta il suo legale, l'avvocato Giuseppe Martina - e chiede di continuo quali siano le condizioni della moglie e della bimba e di poter uscire per andare ai funerali".

Oggi la moglie ha ripreso in braccio la figlioletta di otto mesi, unica sopravvissuta dei suoi tre figli, gemella della sorellina morta nell'incidente. La donna, ricoverata in un primo momento alle Scotte di Siena, è stata dimessa e ha voluto subito raggiungere il Meyer di Firenze per riabbracciare la bambina che sta abbastanza bene e potrebbe essere dimessa presto.

"L'intenzione - spiega l'avvocato della famiglia Giuseppe Martina - è quella di tornare al più presto in patria. Le salme saranno riportate in Romania non appena ci sarà il nulla osta della procura per i funerali".

(Unioneonline/D)
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