Benzina, l'auto diventa un bene di lussoNell'Isola caccia ai distributori 'no logo'
La benzina continua la sua corsa e l'automobile rischia di diventare un bene di lusso, nonostante il prezzo del petrolio non sia sui massimi del 2008, quando arrivò a toccare i 150 dollari al barile. E anche se in Sardegna e in Sicilia si raffina circa il 40% del petrolio lavorato in Italia, gli sconti sul carburante non sono per tutti.Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Le compagnie fanno cartello e sfruttano il fatto che gli isolani non possano andare in altre regioni a fare il pieno», denuncia Francesco Mattana di Altroconsumo.
Qualche eccezione a dire il vero c'è: per esempio i distributori no logo, le cosiddette"pompe bianche". Sono trenta in tutta l'Isola e fanno registrare vendite record. Un esempio? Il distributore Leclerc Conad di Carbonia è il secondo in Italia per numero di litri di carburante erogato: quindici milioni. Vuol dire che il sistema funziona.
RINCARI - Quella della benzina è comunque una corsa senza freni. I prezzi sono saliti ancora anche oggi, in un susseguirsi di rincari che ha portato i listini a 1,75 euro e che potrebbe non esaurirsi. A muoversi è stata infatti, tra gli altri, anche l'Eni, market leader tradizionalmente seguito a breve termine anche dagli altri marchi. Il cane a sei zampe ha apportato un ritocco di 0,3 cent al euro litro sulla benzina, arrivando a 1,744 euro, e 0,7 sul diesel a 1,702 euro. Ip ha accorciato le distanze salendo di 1,5 cent per la verde (a 1,746) mentre ha ritoccato al ribasso il diesel di 0,2 (a 1,701). Raffica di rincari da 1 centesimo tondo su entrambi i prodotti per Esso, Shell e Q8. Ed è proprio nei distributori di questo marchio che oggi si arriva al nuovo massimo storico di 1,75 euro al litro. Sul territorio, di conseguenza, rileva Quotidiano Energia, i prezzi praticati registrano nuovi aumenti significativi con picchi che vedono la benzina svettare, in alcune aree del Paese dove più alte sono le addizionali regionali, fino a 1,815 euro al litro e il diesel a 1,734 euro.
Come già annunciato anche dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà, il governo è al lavoro per inserire la distribuzione carburanti nel pacchetto liberalizzazioni e in proposito sono da tempo in corso contatti informali tra il ministero dello Sviluppo, Palazzo Chigi e gli attori della filiera. Il tentativo è quello di aprire il mercato per far scendere il più possibile i prezzi. Obiettivo raggiungibile, secondo il presidente dell'Unione petrolifera, Pasquale De Vita, se "riusciremo a portare avanti immediatamente il programma di estendere la 'selfizzazionè a tutti gli impianti sul territorio nazionale e se sapremo spiegare all'utenza che deve cercare il prezzo più conveniente".
Gli aumenti, ha osservato De Vita, risentono di quanto accade sul mercato internazionale, ma "quello che è stato veramente pesante è stato l'intervento fiscale, su cui non possiamo intervenire". Impostazione rifiutata dal Codacons, che chiede invece di incrementare la concorrenza tra operatori e "annientare il fenomeno speculativo della doppia velocità dei prezzi", rimandando al mittente la proposta di aumentare i self service, soluzione che porterebbe al "licenziamento di migliaia di lavoratori". Liberalizzando il settore, calcolano infine Adusbef e Federconsumatori, è possibile ottenere "un risparmio complessivo di circa 18-19 centesimi al litro, solo in termini diretti, pari a 216 euro annui".