Il mondo della sinistra radicale dice la sua sulla cattura di Cesare Battisti, il terrorista dei Proletari armati per il comunismo arrestato in Bolivia ieri dopo anni di latitanza in Brasile.

"Per fatti di 30 anni fa, la soluzione logica dovrebbe essere l'amnistia per Battisti", dichiara all'Adnkronos Marco Ferrando, portavoce nazionale del Partito Comunista dei Lavoratori.

"Da parte del governo c'è il tentativo di sfruttare questa cosa come occasione propagandistica", rimarca Ferrando, che si dice "contrario all'estradizione di Battisti" e aggiunge: "Noi non abbiamo nulla a che spartire con la collaborazione tra un governo ultra-reazionario come quello di Bolsonaro e quello di Salvini. Entrambi vogliono esibire Battisti come trofeo".

Secondo l'esponente di Sinistra Italiana Paolo Cento (tra i firmatari, in passato, dell'appello per la liberazione di Battisti), "si fa molta propaganda su una vicenda che dovrebbe essere ricondotta al suo alveo naturale. Battisti - dice all'Adnkronos - ha avuto una condanna, è giusto che la sconti, ma senza spirito di vendetta. La giustizia non è vendetta".

Francesco Caruso, ex deputato di Rifondazione Comunista, afferma invece: "A distanza di 40 anni da episodi del tutto deprecabili, questo accanimento, questo scalpo da portare in dote di questo ormai quasi settantenne mi sembra una sete di vendetta che non ha nessuna altra funzione se non ripagare l'odio e il rancore di questi signori al governo".

Anche per l'ex segretario di Rifondazione, Paolo Ferrero "è evidente che siamo a un'altra puntata del depistaggio di massa che questo governo e in particolare Salvini fanno. Prima gli immigrati, adesso Battisti".

(Unioneonline/D)
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