Intascavano i soldi dei clienti e poi non consegnavano le barche: due imprenditori nel settore nautico sono stati rinviati a giudizio per bancarotta fraudolenta.

I due, padre e figlio, rappresentanti legali di due società che commerciano nell'ambito delle barche di lusso, con uffici al porto di Lavagna ma con sede legale a Milano, sono stati al centro delle indagini portate a termine dalla Guardia di finanza di Chiavari.

Dopo la denuncia di un cittadino monegasco e di uno svizzero, truffati nell'acquisto di alcuni yacht, i finanzieri hanno accertato che uno dei due indagati aveva ottenuto dal cliente l'importo di 562mila euro e una barca in permuta del valore di 600mila euro, al fine di acquistare poi lo yacht "Azimut Fly 53", che però non è mai stato consegnato.

L'ordine diretto alla casa produttrice, infatti, non era neanche mai partito, e quando il cliente ha effettuato il pagamento la società venditrice era già in liquidazione.

Nel secondo caso, dopo aver incassato due bonifici del valore complessivo di oltre un milione di euro, l'imprenditore finito sotto indagine aveva venduto al suo cliente uno yacht che non era in realtà nelle sue disponibilità, in quanto appartenente a una società di leasing nei confronti della quale era moroso per il mancato pagamento dei canoni.

Inoltre, la Guardia di finanza ha scoperto che le somme incassate dalla società del padre erano state trasferite dolosamente a quella del figlio.

A livello fiscale, infine, sono stati constatati circa 10 milioni di euro di redditi non dichiarati e omessi versamenti Iva per oltre 400mila euro.

(Redazione Online/s.s.)
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